giovedì 28 febbraio 2008

Candidature e buona politica

A: Walter Veltroni, Segretario del Partito Democratico
A. Dario Franceschini, ViceSegretario del P.D.
p.c.: Goffredo Bettini, Rosa Villecco Calipari, Federica Mogherini
25 Febbraio 2008


Caro Veltroni, caro Franceschini,

in questi mesi successivi alle “primarie” del P.D., abbiamo molto apprezzato i Vostri sforzi per far evolvere una situazione critica della sinistra, della politica, e del paese. A cominciare dalla scelta di “correre da soli” (che noi stessi avevamo suggerito durante le primarie); fino a quelle programmatiche volte a modernizzare la piattaforma del partito (per mettere la crescita economica al centro, per aprire alla globalizzazione), a evitare divisioni fra laici e cattolici, a riformare la politica (molto apprezzata l’apertura sulle nomine della RAI da affidare a una Fondazione); e alle posizioni sugli assetti organizzativi del PD (specie quelle volte a favorire la massima partecipazione di tutti i cittadini).

Il Vostro tentativo di traghettare il PD verso “una nuova stagione” ci trova ora a metà del guado:
a) Il PD ha approvato uno Statuto dove ai cittadini viene dato uno spazio minore rispetto agli iscritti. Inoltre, anche a livello degli iscritti, in tutta Italia le elezioni dei dirigenti locali del partito avvengono spesso con candidati unici, provenienti rigorosamente dalle gerarchie dei partiti di origine, eletti con pochissima partecipazione (idem le segnalazioni delle candidature al Parlamento).
b) La rottura “consensuale” con l’Estrema Sinistra ha aperto al PD una prospettiva non solo tattica, ma strategica e culturale, che potrebbe fare di Voi i “Blair italiani”, coloro che traghettano la sinistra riformista italiana fuori dall’ideologia e verso la modernità. Ma la diffusa sottocultura anti-globalizzazione, anti-profitto, anti-impresa, anti-rischio, anti-opportunità, anti-meritocratica, conservatrice sul piano sociale e del welfare, meramente difensiva, è enormemente diffusa nei quadri e negli amministratori locali del partito.
c) Alla diffusa domanda dei cittadini, che aspettano l’annuncio di una “ritirata generale” della politica dagli spazi pubblici abusivamente occupati, tu, Walter, rispondi per ora con qualche imbarazzo (l’unica debolezza che hai mostrato, a nostro avviso, nei tuoi interventi alla TV). A Pirani hai detto che “…sono anche favorevole alle nomine fatte dai politici purché poi essi rispondano…”: e non è questo che la gente chiede, giustamente. Affinché il recupero sul piano elettorale non resti una “bella incompiuta”, ma si tramuti in uno sfondamento elettorale e in una vittoria, noi ci permettiamo di dire che occorre mettere a segno almeno un altro “colpo” mediatico: e noi lo individuiamo proprio qui. La tua “apertura” sulla RAI è uno spiraglio timido che deve diventare un cancello spalancato. Una corretta, piena risposta alla domanda di “buona politica” che sale dal paese (“è la politica che deve rialzarsi”) non può limitarsi al decisionismo, a dare nuovi poteri incontrollati alla politica, ma deve anche includere una riforma dei meccanismi interni della politica, e una riforma della eccessiva discrezionalità che la politica si è incostituzionalmente attribuita nei suoi rapporti con le istituzioni, la p.a., lo spazio pubblico, a garanzia della autonomia della società civile. Anche se per un grande partito (un partito anche dai grandi appetiti) non è semplice, occorre tuttavia convincersi che la discrezionalità politica è tendenzialmente portatrice di criteri non meritocratici, mentre la qualità delle istituzioni e il buon governo richiedono altre logiche, altre regole. Le riforme in questa direzione sono state analiticamente studiate nel 2003-2007 dagli esperti vicini a “Il Coraggio di Cambiare”, e discusse con centinaia, forse migliaia di cittadini; sono riassunte nel programma per le istituzioni pubblicato sul sito del Movimento.

Noi speriamo che non solo la rincorsa elettorale, ma anche la strategia di modernizzazione del PD e del paese non restino incompiute. Ci sembra questa una occasione storica, da non perdere. Ci rendiamo conto delle resistenze che incontrate, e per questo - pur auspicando in teoria un cambiamento più veloce - ci siamo schierati nel partito a sostegno del cambiamento da Voi perseguito, che gattopardescamente molti a parole condividono ma non molti traducono in fatti. Potremmo dunque essere soddisfatti; invece Vi chiediamo un ultimo sforzo, perché il PD, la sinistra, e il paese sono tuttora in bilico. Avendo “bruciato i ponti alle spalle” non possiamo restare in mezzo al fiume, sulle posizioni - pur assai avanzate rispetto al punto di partenza - in cui ci troviamo.

In questa fase in cui si decidono sia le candidature, sia gli assetti organizzativi del Partito democratico, Vi chiediamo di realizzare i tre punti sopra indicati anche valorizzando il patrimonio rappresentato dal movimento “Il Coraggio di cambiare”, nato intorno alla candidatura di PierGiorgio Gawronski alle primarie di Ottobre.

La “missione” delle donne e degli uomini che vi sono impegnati attivamente - in maniera continuativa, ancorché su base volontaria, circa 120 persone; in maniera saltuaria, circa 700 - è quella del rinnovamento della politica, delle istituzioni, della democrazia. Come i Francescani nella Chiesa del 1200, il movimento nasce lontano dalle gerarchie del potere, dal basso, ma saldamente nel campo democratico; ha avuto una lunga gestazione etica, politica, e programmatica prima di uscire allo scoperto e proporre una impostazione “visionaria” e al tempo stesso precisa. (Lo stesso PierGiorgio ha lavorato per anni a fianco di Pietro Scoppola, e discusso per anni con lui e tanti altri le priorità e le soluzioni possibili). Sul piano elettorale, il Movimento ha imparato a battersi sul campo. Noi lavoriamo alla “frontiera” del consenso del P.D., per intercettare voti marginali, la “protesta”, l’anti-politica, ma anche la domanda di buone istituzioni, di qualità che viene dall’Università e dalle alte professionalità.

La candidatura di PierGiorgio Gawronski come capolista in una circoscrizione al Senato segnalerebbe la volontà di includere una delle pochissime facce nuove che non sono lì perché cooptate dagli ex dirigenti DS e Margherita, e che non proviene dai partiti; segnalerebbe cioè che il PD è un partito aperto e contendibile dal basso, non un regno illuminato. E segnalerebbe inoltre la volontà di valorizzare un programma e un personaggio politico tutto dedito al rinnovamento dei meccanismi della politica, alla promozione della partecipazione democratica come “diritto” e non solo come “concessione” dall’alto.

La candidatura delle persone qui sotto segnalate [Arnaldi in Liguria, Scacciavillani in Asia: n.d.r.] – che Vi chiediamo di considerare attentamente - segnalerebbe inoltre la volontà di alzare il livello culturale delle classi dirigenti, e di dare risposte serie – non solo di immagine - alla domanda di buona politica. Noi crediamo infatti che i parlamentari debbano essere capaci di proporre e sostenere soluzioni innovative, equilibrate, e di alto livello (non improvvisate) per i problemi del paese.

Infine, Vi chiediamo di inserire pienamente il Movimento “Il Coraggio di Cambiare” nell’attività del Partito Democratico, sul piano programmatico, delle valutazioni strategiche, della campagna elettorale. Anche organizzando assieme una Fondazione per la Democrazia in Italia (v. lettera del Gennaio scorso).

Gli amici del Movimento hanno già programmato alcuni eventi elettorali, pur avendo attualmente vite professionali diverse dalla politica (e pochi soldi): nelle prossime 4 settimane PierGiorgio Gawronski sarà a Milano, Savona, Tricase (LC), oltre che a Roma. Altri di noi si stanno impegnando in varie situazioni. Ci aiuterebbe sapere che le nostre posizioni programmatiche, le donne e gli uomini che segnaliamo, e la nostra disponibilità sono apprezzate.

In attesa di una Vostra cortese risposta, Vi inviamo cordiali saluti,

Seguono le firme di numerosi cittadini, fra cui: Stefania Bogo (attrice), Giancarlo Abram (professore ordinario di Diritto Urbanistico, Trento), Giuliano Arnaldi (operatore culturale, Savona), Lino Cannizzaro (giornalista, Liguria), Giuliana Marchesa (artista, Genova), GianMario Nava (analista ambientale, Torino), Fabio Scacciavillani (economista, Abu Dhabi), Stefania Rossetti (economista, Roma), Carlo Lavalle (assicuratore, Roma), Massimo Tivegna (ordinario, Roma), Patrizia Sterpone (architetto, Roma), Vincenzo Vespri (professore ordinario di matematica, Firenze), Enzo dell’Acqua (artista, Genova), GianMario Delucis (imprenditore, Savona), Antonello Lotronto (regista, Roma), Francesca Ajello (imprenditrice, Saronno), PierGiorgio Gawronski (economista, Roma), Enrico Carone (consulente aziendale, Roma), Fausto De Biase (prof. Ordinario Univ. di Chieti), Claudio Ruggieri (artista, Savona), Roberto Sartor (studente, Venezia), Carlo Pietrobelli (ordinario di economia, Roma), Deirdré Straugham (imprenditrice, Lecco), Enrico Laeng (prof. Associato, Milano), Leonardo lo prete (imprenditore, Roma), Carlo Spoldi (esperto di comunicazione, Milano), Marco Wong (imprenditore, Roma), Francesca Gallo (ricercatrice, Roma), Valentina Bonomo (gallerista, organizzatrice di mostre), Alberto Valentini (consulente d’impresa, Roma), Nicola Lipari (prof. Ordinario di diritto civile, Roma)

mercoledì 20 febbraio 2008

Libertà e partitocrazia

Al consiglio Nazionale di stamattina ho chiesto l'inserimento nel programma elettorale del PD di un tredicesimo punto: la ritirata generale della politica dagli "spazi pubblici" abusivamente occupati. Ho detto che il rinnovamento della politica passa per una nuova efficace meritocratica regolamentazione del rapporto con la pubblica amministrazione. Ho chiesto che lo spiraglio aperto da Veltroni sulla RAI diventi una porta spalancata che investa l'intero settore pubblico. Il mio intervento non è stato salutato da applausi: chi vivrà vedrà!

sabato 16 febbraio 2008

La R.A.I. e la occupazione da parte della "casta"

"Oggi Veltroni ha presentato le linee guida del programma elettorale del P.D.". Fra le cose declamate, una, appena "sussurrata", è passata senza essere notata: eppure, potrebbe essere (speriamo) una svolta a lungo attesa dagli italiani. Ha detto: "Voglio per la RAI un amministratore unico, nominato da una Fondazione".
Ehi! Non lo aveva ancora mai detto! E' un punto qualificante del nostro programma (http://www.gawronski.org/le-istituzioni-democratiche).
Ora mancano solo due o tre cosette ancora:
(1) Specificare che la Fondazione dovrà essere composta da uomini e donne di grande cultura e/o capacità manageriale, rigorosamente estranei alle logiche di partito e al personale politico (sul modello BBC);
(2) Bisogna farla davvero. Ma come per molte altre cose da noi anticipate (ricordo che la proposta di "correre da soli" la facemmo noi per primi su La Repubblica, nel Settembre scorso) Walter sta imboccando con crescente precisione la strada giusta.
(3) Dobbiamo ridiscutere e proporre un nuovo "modello", un nuovo "stile" per il servizio pubblico TV: no alla volgarità, si alla libertà dei redattori, più spazio alla società civile e meno ai politici...
Piano piano, ci stiamo arrivando.
Walter: ti sei bruciato i ponti alle spalle. Hai fatto bene. Ora non restare in mezzo al guado! Vai, Walter, vai: senza voltarti!

domenica 3 febbraio 2008

Perché il governo è impopolare?

Stamattina sono andato a visitare un po' di sezioni romane del PD: si inaugurava il tesseramento. Ovunque, ho trovato tanta gente in fila! (Giovani, però, pochi).

Ho chiesto perché erano lì: "perché vogliamo partecipare".

Ho chiesto che ne pensavano del governo: facce scure, commenti spesso negativi. Ho chiesto perché; due risposte tipiche:
- "Perché hanno avviato il risanamento finanziario, ma non il risanamento morale del paese" (una signora della sezione MonteMario)
- "Perché hanno occupato le istituzioni". (Un dirigente) "E il fatto che la destra sia peggio, sotto questo profilo, non li giustifica, anzi; rende la cosa ancora più grave!"

sabato 2 febbraio 2008

I valori e la casta

Oggi ho partecipato alla terza riunione della Commissione per il Manifesto dei Valori del PD. Alla fine, siamo stati in due (su cento) a non approvare (con la nostra astensione) il testo della Presidenza: chiediamo sostanziali integrazioni e modifiche.

Il punto principale è che - mentre nel paese affonda lo Stato, (immondizia a Napoli, Mafie in crescita al sud, tempi biblici nella giustizia, malasanità, Università senza qualità, continuo saccheggio della pubblica amministrazione, sprechi, e tasse), e la democrazia (leggi vergogna ancora tutte lì, pluralismo TV sempre più soffocato, democrazia nei partiti prossima allo zero, la “casta” sempre più inamovibile, la Costituzione sempre meno rispettata, e per di più messa sotto pressione da tutti i lati), - la politica… rifiuta di mettersi in discussione. E allora parla di tutto: della famiglia, della laicità, delle donne, della pace. Parla di tutto, salvo che delle cose che la riguardano: dello stato, del settore pubblico, della democrazia (salvo che per chiedere più poteri), Parla di tutto, salvo che delle cose importanti per i destini del nostro paese.

Noi stiamo provando a cambiare questa tendenza.

Vedremo presto il risultato.