venerdì 16 maggio 2008

La strategia del PD

Ieri giornata intensa. Prima ho incontrato Di Pietro, che mi ha confermato che vuole confluire nel PD, non ha nessuna voglia di andare per conto suo, è disposto a fare gruppi parlamentari unici: ma "è Veltroni che incontra molte resistenze nel PD". Effettivamente, queste resistenze le registro anch’io: una specie di rancore, molto diffuso nei confronti di Di Pietro. Mi dispiace. Io spero che Di Pietro riesca a fecondare il PD con i valori di legalità democratica per cui si batte. Lavorerò per questo.
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Poi c’è stata la riunione del Consiglio Nazionale del PD, aperto da una relazione di Veltroni, di cui ho condiviso al 100% quello che ha detto, non quello che non ha detto. Veltroni ha ammesso che c’è stata una sconfitta netta e pesante. Secondo lui, abbiamo perso unicamente perché il peso degli errori del governo Prodi - “ora lo possiamo dire” – era eccessivo: lo spacchettamento, l’indulto, il pacchetto sicurezza mai approvato, le divisioni sul welfare e altro che segnalavano l’impossibilità per la maggioranza di governare. Secondo Veltroni, non c’è stato il tempo di recuperare i ritardi storici della sinistra sulla questione della sicurezza, e inoltre abbiamo deluso su tasse e sul precariato.

Tutto bene, salvo che Veltroni non crede di aver commesso errori. Ora lo so che è facile criticare chi si trova esposto come lui (e mi pare gli eventuali errori non sono tutti a lui ascrivibili, visto che Walter subisce molti condizionamenti dall'apparato). Però Veltroni e il gruppo dirigente non riescono a fare autocritica, non vedono in cosa possono migliorare: per il futuro del partito e del paese, non basta. Ad es., tutta l’Italia ha riso dietro alle candidature del PD (vedi Crozza). Anche Fassino sottovaluta il problema ("Ha perso anche Illy, che è quanto di più lontano ci sia dalla casta"). Secondo me, se non applichi il principio del “merito” a casa tua, non sei credibile quando lo proponi come fulcro della tua futura azione di governo. E senza il merito non c’è competenza, né qualità, né buon governo. E senza questi valori non puoi “sfondare al centro” (la strategia di Veltroni).
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Il problema del PD è sfondare al centro senza perdere troppo a sinistra: ciò vuol dire che a sinistra bisogna garantire un po’ di redistribuzione. Ma se dai a sinistra (ai ceti popolari), devi togliere alle classi medie. L’unico modo per fare quadrare il cerchio è dare alle classi medie qualcos’altro in cambio: e questo non può essere altro che un salto nell’efficienza del paese, cioè nelle “dimensioni” della torta da spartire in prospettiva. Ma finché la politica resta chiusa alle competenze a lei esterne, e riempie le istituzioni di "amici", questa prospettiva non è credibile.

Questa questione della qualità delle istituzioni riguarda in parte la questione democratica (più trasparenza e democrazia garantirebbero una selezione migliore del personale, comportamenti più virtuosi?). Molti dei nostri elettori non hanno votato (astenuti: 1,5 milioni in più che nel 2006) perché il PD non ha difeso la democrazia, le regole, al di sopra delle quali la classe politica si muove con crescente spregiudicatezza (presto un blob su questa questione). La questione della casta (intesa come eccesso di potere e non solo di benefici economici “espliciti”) resta dunque il nodo irrisolto della strategia del PD.

17 commenti:

Amerigo Rutigliano ha detto...

Guarda che Di Pietro ha gia ufficializzato il gruppo di IDV. Sono stati consegnati gli uffici e riceverà per i prossimi 5 anni 25 milioni di Euro.

Del resto, Di Pietro attualmente, cavalca verso immense praterie, lasciate incustodite dal PD e dalla sinistra radicale, sparita dal Parlamento grazie a quello stronzo di Veltroni, che ora sta facendo di tutto pur di minimizzare l'ecatombe. Tengo ad informarti, che ho contatti frequenti con Italia dei Valori e con alcuni suoi parlamentari, quindi parlo a ragion veduta.

Non credo che tu e il tuo "caraggio di cambiare" possiate fare cose, cosi come Mario Adinolfi, che scamicia pur di ottenere riconoscimenti, tra un anno in ogni caso, lo vedremo parlamentare, essendo il primo dei non eletti, impara da lui se vuoi conbinare qualcosa di utile.
Quanto alle correnti interne al PD.
Nei grandi contenitori politici, sono sempre esistite e sempre esisteranno perchè rappresentano valvole di sfogo e democrazia interna, certo....si battaglia, ci si prende a volte a schiaffoni, ma questa è la politica, scontro e pacificazione, distanze e avvicinamenti.
Giorgio Pasetto, conoscente di vecchia data sin dai tempi del PPI, propone al direttivo del PD regionale, le primarie per il segretario del PD di Roma e della Provincia. Occorrerà stare a vedere cosa si inventeranno, ovvero: se saranno primarie aperte a tutti o come le primarie trascorse, già assegnate o magari regolamentate a loro uso e consumo.

Non capisco nemmeno perchè ti stia scrivendoti certe cose, considerando che non sono assolutamente interessato al tuo progetto, tanto meno sostenere il tuo "coraggio di cambiare". Per quanto mi riguarda, sono iscritto gia alla Fondazione " Italiani Europei" diretta da Massimo D'Alema ove ci scrivo da tempo, e credo che Walter come segretario, non abbia molta strada davanti a se. tanto meno il ticket W.F. credo piuttosto in un nuovo ticket: B.L.
Il PCI caro Gawroski, cambia nome ma non mentalità; chi perde lascia la guida del partito..prima o poi.

Ritengo inoltre il PD, un organismo geneticamente modificato...fa male alla salute.
Ritengo quindi, che l'alveo naturale del Partito Democratico, sia nel socialismo democratico europeo, sicchè, indubitamente sosterrò questo progetto. In un sistema bipolare come quello attuale, e non credo che si tornerà indietro, occorre una distinzione, come il rosso e il nero, la notte e il giorno. Oggi, le due coalizioni si inseguono, si copiano, perchè comprendono che le difficoltà di governo sono molte e gravi, ma è necessario il senso di responsabilità e presa di coscienza delle problematiche. Posso comprendere la grande coalizione, non comprenderei l'inciucio strisciante e nascosto. occorre responsabilità politica e onesta nei riguardi degli elettori.

Se sarò invitato dalla tua associazione, tutte le cose che ho scritto le dirò personalmente. Rimarcherò il fatto che per fare politica occorre anche conoscerla e che certe scelte del tutto personali vanno sottolineate. Sarò molto critico, quindi non so se ti conviene invitarmi...

Salve.

isabella ha detto...

Sì, certo, proprio così: il PD è rimasto in “mezzo al guado”, un partito nuovo senza homines novi (magari con qualche nova mulier) è stato un’operazione di facciata, forse interessava solo “comunicare” il senso del cambiamento e della novità, che sembra pagare, senza andare alla radice del problema.
La necessità di gente nuova e competente è la cosa più evidente, ma anche la più difficile da realizzare per chi davvero voglia innovare. Non si tratta solo di abolire privilegi di casta, ma di mandare a casa tanta gente cresciuta a politica e privilegi. Forse sbaglierò…, ma per quel po’ che ho capito dei politici “di professione”, gran parte di loro non saprebbe cos’altro fare nella vita: è la politica il loro lavoro, ad essa hanno dedicato i loro anni migliori, dov’altro mai potrebbero andare, e a far cosa, e con quanti svantaggi rispetto alla loro attuale situazione? Abbarbicati alle loro poltrone e poltroncine, opporranno ogni possibile resistenza. Tu proponi una riserva del 50% delle candidature esterne alle nomenclature e scelte tra persone con specifiche competenze. Magari!!!!Ma la mia domanda è questa: a quanti dell’attuale leadership del PD interessa davvero proporre un cambiamento del genere, mettendosi contro tanti “colleghi” ? Voglio essere buona, credo che qualcuno ci voglia provare, ma sarà davvero dura.
Poi c’è un’altra cosa che mi fa paura: il dialogo tra maggioranza e opposizione mi sta anche bene per tanti versi, ma non so quanto sia opportuno per noi: è chiaro che il governo cercherà di condividere con l’opposizione le pesanti responsabilità che dovrà assumere a breve termine in una situazione come questa. Ci conviene? Insomma, secondo me, ha proprio ragione Di Pietro. Ultimamente, mi sento molto in sintonia con le cose che dice, con la sua lotta per la legalità, ed è stato l’unico che ha preso posizioni chiare in favore della trasparenza e della libertà di parola. E’ stato il vincitore morale di queste elezioni, moltissimi giovani hanno votato per lui!
La resistenza nei suoi confronti è spiegabile col fatto che molti vedono ancora in lui lo sceriffo, il poliziotto, e ancora, colui che con il suo lavoro ha messo a nudo tanti politici corrotti, suscitando (ahimè questo è vero) ondate di qualunquismo all’epoca di tangentopoli. Ma è proprio di legalità che ha bisogno questo paese! Basta con questa specie di garantismo stantio e controproducente, altrimenti, dal guado, non usciremo mai!

PierGiorgio Gawronski ha detto...

Non credo che alla classe dirigente del PD interessi aprire sostanzialmente e massicciamente alle grandi competenze della società italiana. Per questo ritengo cruciale che il partito organizzi la sua selezione della classe dirigente sulla base di primarie aperte; e su questo mi sono battuto con tutte le mie forze (v.ad es il discorso alla Assemblea Costituente). Ma siccome so benissimo che le elezioni possono essere organizzate in modo non democratico, forse il compito che ci tocca è: vigilare sui regolamenti delle primarie e sulla loro applicazione leale.

Unknown ha detto...

Credo che Di Pietro sia l'unico modello, almeno in politica, cui ci si può avvicinare con fiducia e libertà di pensiero. Devo ricredermi invece su Veltroni che, dopo la grave sconfitta subita nelle scorse elezioni, ha assunto un atteggiamento di sudditanza nei confronti dell'attuale Governo. Dacchè partii con un'immensa fiducia nei confronti del Partito democratico e dei suoi buoni propositi - a questo punto irrealizzabili -; ora mi trovo a voler incanalare unicamente le mie energie sull'Associazione, "Il Coraggio di Cambiare", che potrebbe costituire nei prossimi anni un'alternativa valida - almeno da un punto di vista teorico - all'attuale programma politico della sinistra che sembra aver perso credibilità, identità e coraggio.
Silvia C.

Carlo ha detto...

Per me l'atteggiamento verso una entità politica è unicamente basato sul programma. La politica è programma nella sua sostanza. Se il governo Berlusconi porta avanti politiche che coincidono con un programma condiviso non vedo perché rifiutare di appoggiarle caso per caso. Il punto è che una gran parte dell'opinione di "sinistra" non ragiona politicamente o si è abbarbicata su idee e posizioni che non è più in grado di revocare in dubbio. Che cosa vuol dire essere di "sinistra" o essere democratici? La crisi della "sinistra" storica è sui grandi ideali e sulle piattaforme programmatiche. Se c'è l'indistinto tra centro-destra e centro-sinistra è perché è prevalso un pragmatismo dietro cui si cela la disgregazione delle tavole di valori di riferimento. Il fatto è che come denunciava tempo fa Asor Rosa l'intellighenzia si è separata dalla politica. Il passo successivo è stata la dissoluzione dell'intellighenzia tout court. Ma ancora più indietro troviamo lo sfarinamento, lo sfrangiamento della base sociale o la sua corporativizzazione. Il PD è appena nato e Silvia e Isabella che non hanno provato minimamente dare battaglia al suo interno per far prevalere le loro opinioni già lo danno per spacciato. Si diserta il fronte prima di provare ad andarci.

Au revoir

Carlo

isabella ha detto...

Caro Carlo,
visto che mi chiami in causa, ti rispondo.
Lo so, hai detto una cosa giusta: diserto il fronte. In fondo è il PD il luogo dove far presenti le nostre critiche, altrimenti posizioni come la mia restano polemica sterile, ma che posso farci se proprio non me la sento di aderire a questo neopartito? Ho troppe resistenze, però ci rifletterò. Del resto è questo il motivo per cui ho aderito all’Associazione, se vuoi è un’adesione mediata al PD e in posizione critica rispetto ad esso. Di più per ora non ce la faccio. Magari vedrò – a titolo esplorativo - di esser presente a qualche appuntamento in quel di Via Monte Zebio, che dovrebbe essere il mio circolo.
Visto che citi le critiche di Asor Rosa, ti segnalo, se non l’hai già visto, l’articolo di Vincenzo Cerami sul sito del PD che fa un’ampia analisi della società attuale, partendo dalla rivoluzione antropologica preconizzata da Pasolini (consumismo/omologazione), per giungere alla reificazione della politica (Berlusconi), e alla disgregazione delle istanze etiche ed ideologiche. In linea mi sembra anche con il pensiero di Zigmunt Bauman (la vita e la società liquida) che vorrei tanto trovare il tempo di leggere. Penso che senza analisi serie su questi temi sia difficile immaginare possibili vie d’uscita da questa situazione.

vincenzoV ha detto...

Condivido pienamente la impostazione di PierGiorgio. Solo con una forte apertura verso la societa' civile si riesce a far quadrare il cerchio: ossia redistribuire il reddito (verso le classi popolari) non scontentando il ceto medio. Certamente, se uno legge l'editoriale sul Corriere di oggi di Stella, si rende conto che l'attuale classe politica ha un livello socio-culturale inferiore non solo a quello dei politici della I repubblica, ma addiruttura all'elettore medio. E questo in controtendenza rispetto a tutti i paesi europei ( i parlamentari laureati sono solo circa il 60% in Italia).
Vincenzo

Unknown ha detto...

Quando le battaglie sono già perse ab origine, è inutile combattere.
Io non faccio parte dell'entourage 'democratico', e dunque le mie idee, i miei progetti, la mia volontà di cambiare la politica non contano nulla. Solo chi ha potere può farlo. Io non posso far altro che aspettare e sperare (di veder migliorare le condizioni disagiate di molti italiani). E poi, non si tratta più da quale parte stare, se a destra o a sinistra; si tratta di appoggiare il programma più conforme alle aspettative e alle necessità dei cittadini.
Silvia C.

Carlo ha detto...

Cara Isabella e Silvia : chi è il Sovrano? Questo è il problema cruciale che sta dentro la questione democratica antica e contemporanea. Sovrano è il Re o il popolo?
Tuttavia, una volta stabilito che la sovranità appartiene al popolo ecco che questa sfugge pian piano al titolare e trasmigra altrove. E' questo altrove che bisogna oggi in Italia rendere ben evidente.
Di Pietro come Berlusconi, e per certi versi Veltroni, rappresentano l'altrove, la ricentratura del potere fondamentale sulla figura del leader. Questo meccanismo perverso che ha nei fatti ridislocato il potere sovrano nelle democrazie va spezzato.
Berlusconi=Di Pietro=dismissione della sovranità popolare assorbita dalla figura unica del leader.
Per quanto riguarda Di Pietro la legalità non è qualcosa che s'introduce con i meccanismi coattivi. Consiglio di leggere il Prof. Paolo Grossi a proposito.
Questo paese soffre di mancanza di legalità perché la norma non è qualcosa di cui la società si è dotata. Per me il deficit di legalità nel nostro paese è dato da una forte assenza di auto-istituzione e auto-comprensione della norma.
Cara Silvia come si organizza al suo interno l'IDV? Chi e come si decide delle questioni?
Naturalmente ci possono essere differenze di vedute tra di noi su questioni politiche. Magari sulla sicurezza potresti avere opinione diversa dalla mia.
Ma hai mai esperito l'esperienza della vita interna dell'IDV di Di Pietro? Ci sono le primarie anche lì? Puoi esprimere il tuo dissenso in quel luogo? Oppure tu credi che nei partiti l'opinione la fa il leader e tutto il resto degli iscritti deve limitarsi ad approvare ciò che il capo fa e disfa? Tu immagine un sistema in cui ci sono tanti partiti a carattere monocratico e l'unica possibilità per il singolo elettore sia quella di spostarsi se dissente dalla posizione di uno alla posizione di un altro?

A bientot

Carlo

Unknown ha detto...

Tutto ciò che dici, caro Carlo, posso anche condividerlo. Io non ho mai conosciuto Di Pietro, nè tanto meno il partito di cui egli stesso è leader assoluto, l'Italia dei Valori. Però è un uomo che mi dà fiducia, forse perchè ho avuto modo di seguire il suo operato al tempo in cui indossava la toga, quando si batteva in Tribunale per affermare la giustizia (che oggigiorno viene applicata per i nemici, interpretata per gli amici). Il leader di un partito è un pò come il pastore che guida il suo gregge. Lui ha il bastone, lui guida le pecore lungo il cammino. Magari può esserci la pecora nera, ma che farebbe quest'ultima da sola? Morirebbe di fame e di sete.
Io ho le mie idee, non sono una banderuola, so a chi credere, ma nella vita dissentire sempre e comunque non è molto produttivo. Sarebbe più ragionevole accogliere anche ciò che è contrario ai nostri programmi, e tentar di far qualcosa per cambiarli (ma quando si è già all'interno del sistema, mi sono spiegata?). E poi, Carlo, vorrei pensare all'altrove come a un luogo incontaminato, dove ognuno di noi è libero di pensare, agire, vivere serenamente la propria vita e i propri sogni. Al popolo resta questo.
Silvia C.

Carlo ha detto...

Cara Silvia le tua risposta è terrificante per il suo elemento di semplificazione ideale tanto quanto per il suo contenuto di realtà. Che una ragazza giovane come te riduca l'aspetto del vivere pubblico alle due figure fondamentali del pastore e del gregge ha per me un lato inquietante. In politica dobbiamo tutti essere immersi nell'universo esteso delle pecore mentre aspettiamo che il capo-bastone ci apra eventualmente il recinto per andare liberamente a pascolare? Oppure la nostra speranza ci farà credere di diventare un domani i custodi di un nostro piccolo e ammansito gregge?
Secoli di lotte di emancipazione dell'uomo si sbriciolano davanti alla parola demolitrice di Silvia.
Questa visione gregaria delle relazioni sociali pubbliche proposta da Silvia allude però ad una regressione civile in atto in Italia che desta impressione e seria preoccupazione.
Questa mancanza di alternativa allo spirito servile della pecora o al sentimento padronale di pecoraio cos'è lo specchio di una fantasia avvizzita, la mancanza di coraggio civile di una generazione, oppure il rischio concreto in cui incapperemo necessariamente se lasciamo correre la degenerazione della condizione politica italiana?


A bientot


Carlo

Carlo ha detto...

Cara Silvia le tua risposta è terrificante per il suo elemento di semplificazione ideale tanto quanto per il suo contenuto di realtà. Che una ragazza giovane come te riduca l'aspetto del vivere pubblico alle due figure fondamentali del pastore e del gregge ha per me un lato inquietante. In politica dobbiamo tutti essere immersi nell'universo esteso delle pecore mentre aspettiamo che il capo-bastone ci apra eventualmente il recinto per andare liberamente a pascolare? Oppure la nostra speranza ci farà credere di diventare un domani i custodi di un nostro piccolo e ammansito gregge?
Secoli di lotte di emancipazione dell'uomo si sbriciolano davanti alla parola demolitrice di Silvia.
Questa visione gregaria delle relazioni sociali pubbliche proposta da Silvia allude però ad una regressione civile in atto in Italia che desta impressione e seria preoccupazione.
Questa mancanza di alternativa allo spirito servile della pecora o al sentimento padronale di pecoraio cos'è lo specchio di una fantasia avvizzita, la mancanza di coraggio civile di una generazione, oppure il rischio concreto in cui incapperemo necessariamente se lasciamo correre la degenerazione della condizione politica italiana?


A bientot


Carlo

Maurizio Rondina ha detto...

Purtroppo, sovrano non è il popolo, e nemmeno il leader politico, ma centri di potere estranei alla politica (economici, industriali, finanziari, religiosi, massoni e perchè no anche criminali) che approfittano dei vari momenti e climi politici, e se ne servono a loro uso e consumo con grande maestria ed opportunismo.

Quanto alla strategia "nel" PD, penso l' unica cosa da fare sia farci valere nei circoli e conquistare spazi lì dentro, per noi e per le nostre ideee, anche se l' ostracismo sarà grande. Dovremo essere disposti da agnelli ad entrare nella tana dei lupi.

Quanto a Di Pietro anch'io lo apprezzo molto, ma quando ho provato ad avvicinarmi ad IDV sono stato "sorpreso" dalla completa evanescenza del partito sul territorio. Ho avuto l' impressione che tutto sia emanazione del leader. Addirittura il segretario politico provinciale dell' IDV (quindi non un semplice militante), poco prima delle elezioni, a mie precise richieste sulla strategia del partito in vista delle elezioni, mi ha risposto laconicamente: "in momenti come questo, è meglio tacere" ...della serie apettiamo prima di sentire cosa decide il capo ...io non sarò mai pecora, e per questo IDV non ha avuto il mio voto!

Un' ultimo pensiero a Piergiorgio e a coloro che frequentano il suo blog e il suo forum: a che cosa è dovuto l' enorme blackout di comunicazione che c'è stato? Daccordo il blog dove il pallino è in mano a Piergiorgio (che comunque sembrava averlo abbandonato) ma nel forum ove chiunque può aprire una discussione, come mai nessuno ha avuto più niente da dire? per un mese nessuno a parte me e amerigo ha più scritto nulla. Ad un certo punto la mia frequenza "a vuoto" pressocchè giornaliera si è decisamente annacquata.. pensavo si fosse sgonfiato e chiuso tutto!

Ed infine: come mai nessuna informazione riguardo alla nuova associazione? ho letto della convocazione di un consiglio direttivo, quindi immagino l' associazione sia costituita: Un resoconto di come sono andate le cose mi sembrerebbe opportuno.

Unknown ha detto...

Quando male si comprende, male si risponde. Non volevo che si prendesse alla lettera l'esempio che ho riportato del pastore e del suo gregge. La mia, in parte, voleva essere una provocazione. Ribadisco che il leader, in politica, è colui che guida il popolo, le pecore, come volete voi, dal momento che ha la forza e i mezzi per poterlo fare. Non dico che sia giusto, ma è così. Le battaglie finora, per scardinare il potere di uno, sono state sempre perse. E poi, nel lavoro di tutti i giorni non succede lo stesso? Siamo servi del nostro capo, del nostro datore, del nostro professore. Se ti ribelli perdi il posto, oppure ti salta la pubblicazione. Non dico che sia giusto, ma è così.
Travaglio non ci insegna nulla? Le
sue lotte verbali condotte contro alcuni politici a cosa hanno portato? Quanto vorrei poter rompere questo sistema, ma mi rendo conto che sono inerme. Non per questo - ed hai ragione tu Carlo - bisogna abbassare la testa, ma forse usarla diversamente, non so come. Magari non facendo ricorso sempre e comunque alla formula "VS", ma ad una linea più dolce che magari potrebbe condurre a risultati comuni e condivisi.
Concordo con te quando dici che la mia risposta è terrificante, si, perchè non è altro che lo specchio della realtà in cui viviamo. Oggigiorno non si ha più coraggio, perchè in fondo ci si è resi conto che non vale la pena combattere. Ci si sente attaccati persino quando si esprime liberamente la propria opinione, figuriamoci quando entrano in ballo soldi e potere.
Ps: sono una neofita della politica, e se talvolta dico qualche sciocchezza, perdonatemi:-)
Silvia C.

isabella ha detto...

Ma cara Silvia, le sciocchezze le diciamo tutti, ammesso e non concesso che quelle che hai detto tu siano tali !!!! Tu fai bene a dire quello che senti. E' molto indicativo di una situazione come quella di oggi in cui tutto viene deciso ad alti livelli. Ma non mi sembra, poi, che le cose abbiano mai funzionato in modo diverso nel corso della storia!!!! Per il problema della leadership io ad essere gregaria proprio non ci riesco!! Per me l'adesione ad un partito, ad un programma etc., è basata solo sulla condivisione degli obiettivi, anche per questo mi tengo ancora fuori da Piddì, che non si capisce bene dove stia andando.
Però una cosa volevo dire sia a te che a Carlo: voi parlate di programmi in modo quasi asettico. Per me invece dietro ai programmi devono esserci gli ideali, i valori che li hanno prodotti, ed anche.... il sentimento. Per me ragione e sentimento non si possono separare, nemmeno in politica. Le ideologie possono anche modificarsi e dissolversi, in una società dominata da falsi miti ed edonismo a breve termine. Ma allora è la nostra umanità che ci indica da che parte stare: la sofferenza nel vedere chi sta peggio, miseria, ignoranza e l'indignazione che ci prende davanti a sfruttamento e sopraffazione. Credo che oggi ci sia bisogno di rianimare la politica con ideali e sentimenti. E' questa la ragione per cui sinistra e destra significano ancora molto per me.

Unknown ha detto...

Hai ragione Isabella.
Spero che in politica rifiorisca al più presto il senso più vero della vita e dei valori da cui non si può prescindere per costruire un futuro migliore, per noi e per i figli che verranno.
Un caro saluto,
Silvia C.

PierGiorgio Gawronski ha detto...

Ecco un elenco di frasi che mi hanno colpito, tratte dai commenti qui sopra. Ci vedo tanta voglia di "stato", "democratico", e di partecipazione.

Ma all'Assemblea Costituente del 20 Giugno 2008 a Roma, voi cosa direste? quale messaggio vogliamo offrire al PD?

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L'intellighenzia si è separata dalla politica

50% delle candidature esterne alle nomenclature e scelte tra persone con specifiche competenze: magari!!!! Ma ... a quanti nel PD interessa davvero proporre un cambiamento del genere, mettendosi contro tanti “colleghi” ?

"posizioni chiare in favore della trasparenza e della libertà di parola"

"è proprio di legalità che ha bisogno questo paese!"

"La sinistra sembra aver perso credibilità, identità e coraggio"

"che posso farci se proprio non me la sento di aderire a questo neopartito?"

"Vincenzo Cerami sul sito del PD ... fa un’ampia analisi della società"

"Solo con una forte apertura verso la societa' civile si riesce a far quadrare il cerchio: ossia redistribuire il reddito (verso le classi popolari) non scontentando il ceto medio."

"Io non faccio parte dell'entourage 'democratico', e dunque le mie idee, i miei progetti, la mia volontà di cambiare la politica non contano nulla."

"la sovranità ... trasmigra altrove"

"Di Pietro, ... mi dà fiducia"

Purtroppo, sovrano non è il popolo, e nemmeno il leader politico

"Come mai nessuna informazione riguardo alla nuova associazione?"

"Mi tengo ancora fuori da Piddì, che non si capisce bene dove stia andando"