domenica 11 novembre 2007

Calcio e violenza a Bergamo

Come interpretare gli avvenimenti di oggi, tra calcio, violenza, e cronaca nera?

1) Mi pare che - sul piano dell'ordine pubblico - c'è ancora un "problema calcio". Ed allora mi chiedo se è' giusto - come fanno alcuni commentatori, ogni volta che intorno agli stadi scoppia la violenza - limitarsi a "fare sociologia", e scaricare tutto sul "disagio sociale" presente nella nostra società. O non c'è anche uno specifico "problema calcio"? Può il calcio continuare a chiudere gli occhi sullo scomodo paragone con il rugby - uno sport in cui le famiglie vanno allo stadio con i bambini piccoli, dove le tifoserie non sono mai separate, dove non ci sono barriere fra spettatori campo di gioco, e dove la violenza non esiste? O non c'è nel calcio un certo "vuoto" di valori sportivi, nel quale poi si infila di tutto? Su questi "valori" la Commissione valori del PD avrà qualcosa da dire? Che ne pensa Giovanna Melandri?

2) Mi pare che - nei fatti di oggi - il calcio c'entri poco. (a) Un ragazzo è morto in autostrada, ucciso da un poliziotto, mentre si recava allo stadio. (b) C'è stata una reazione - scomposta, o peggio - in diverse città d'Italia da parte di bande improvvisate di giovani sostenitori di squadre rivali, per una volta uniti, contro la polizia. E allora non sicuro che si tratti di un problema di calcio. Mi paiono piuttosto giovani che lamentano (male, e forse in larga misura a torto) la "scarsa qualità" del loro rapporto con la polizia, o con le istituzioni. La politica deve interrogarsi anche su questo rapporto, sulle eventuali carenze delle istituzioni e, infine, sulle proprie responsabilità.