mercoledì 9 aprile 2008

"In Italia restano solo degli eroi che amano il paese"

"Gli altri vanno a Barcellona, in Inghilterra. Le Università straniere sono piene di italiani".

Questo ha detto Veltroni oggi a Porta a Porta, parlando dell'assenza di meritocrazia nel nostro paese. Inoltre, ha difeso la Costituzione ("la prima parte deve ispirare le eventuali riforme"). Ha detto a Mafia, camorra e 'drangheta: "non vogliamo i vostri voti, vogliamo distruggervi"; (in Forza Italia hanno risposto che considerano Mangano, condannato a 30 anni perMafia, "un eroe": un messaggio elettorale?). Ha promesso un nuovo modello culturale in RAI, di cui ha criticato la volgarità e i messaggi sbagliati sul piano dei valori. Ha promesso che nella Sanità la politica dovrà ritirarsi, limitandosi solo alla nomina di Ministro e Assessori, il resto solo concorsi trasparenti. Ha presentato un programma sociale avanzato ma non ostile al mercato. Infine, ha presentato un programma economico che il Sole 24 Ore ha definito l'unico con le coperture finanziarie (cioè, l'unico che non vende illusioni).

Berlusconi oggi ha attaccato i magistrati, il Presidente della Repubblica, il P.D. (che secondo lui si prepara a fare dei ... "brogli, come è nella sua tradizione"). Casini ha difeso il suo candidato al Senato, Cuffaro, recentemente condannato in primo grado per favoreggiamento alla Mafia. Bertinotti ha dichiarato che per risolvere i problemi sociali italiani bisogna partire da una forte critica al modello capitalistico. Ringrazio questi personaggi per ricordarci chi sono, e per rimotivarci al voto per il PD. A quelli che dicono che "Veltroni non è credibile", io dico: si vabbé, ma vuoi mettere?

19 commenti:

PierGiorgio Gawronski ha detto...

Durante questa campagna elettorale la cosa piu' straordinaria l'ho sentita da Paolo Galimberti, durante una puntata della trasmissione che conduce su Repubblica TV tutti i giorni. Quando gli e' stato chiesto di menzionare i due o tre punti principali o quantomeno qualificanti del programma di Veltroni, ha confessato di non saper cosa rispondere.

Se uno dei giornalisti italiani piu' autorevoli -- che segue la politica da decenni e per mestiere deve tenersi costantemente informato sulla campagna elettorale -- non sa dire con certezza quali sarebbero le priorita' di un eventuale governo Veltroni, si puo' immaginare cosa ne possa sapere il cittadino medio.

In sostanza al di la' del colore delle cravatte e del taglio delle giacche non sembra che il PD sappia comunicare un messaggio preciso. Secondo me, questa leadership, essendo stata selezionata attraverso mediazioni sottobanco con gli apparati locali, non ha sentito il bisogno di formulare idee precise e di forgiareun consenso su di esse. Ha copiato un po' qua un po' la', un po' da Gawronski, un po' da Grillo, un po' da LaVoce, un po' dalla Caritas, un po' da Obama e cosi' via. Ma i somari che si credono furbi perche' sbirciano di sottecchi i fogli del compagno, all'esame riescono solo a balbettare frasi di cui non capiscono il senso, confidando nel miracolo.

Dal 15 aprile sara' di questo che bisognera' parlare con franchezza nel PD, sperando che la debolezza intellettuale non ci conduca al disastro di un altro quinquennio berlusconiano.


Fabio Scacciavillani

Maurizio Rondina ha detto...

Veltroni non è assolutamente credibile, gli altri ancor meno, lui è solo più bravo degli altri a raccontarle, ma io guardo e giudico i fatti, non i programmi o i sermoni, o le capacità oratorie... aspetterò le prossime elezioni, per il momento nessuno mi rappresenta, e mi sento privato del diritto di voto.

P.s. gradirei una risposta di Piergiorgio alle altre 2 ipotesi elettorali che gli ho inviato per mail del 26 marzo.

Carlo ha detto...

Per dare un giudizio di Veltroni va considerata la situazione del paese nel suo complesso. Intanto va data una lettura del fenomeno politico. Quali sono e quali caratteristiche hanno le forze che lo sostengono? Forze interne ed esterne al PD. Il limite del giudizio di Fabio e Maurizio, secondo la mia modesta opinione, è nel non tenere in debito conto la debolezza della società italiana. Il basso livello della politica armonizza con la crisi generale del sistema Italia. Non mi pare che dal ventre della società emergono tendenze granché positive, dai chiari connotati riformatori. Ciò che è stato capitalizzato dai movimenti del passato rappresenta ben poca cosa.
Cosa ha espresso in termini di propulsione politica e civile ad esempio il Nord del paese? Il "nuovo" e la rottura di un certo peso si sono manifestati nel fenomeno della Lega e in Forza Italia. A "sinistra" c'è il continuismo delle classi dirigenti a bassa creatività. Veltroni ha dovuto rispolverare il "patto fra i produttori" per legittimare la sua linea interclassista. Bisogna riprendere in mano il filo del discorso (storico) politico per ricominciare a tessere la trama di un'ipotesi di rinnovamento dell'Italia.

Carlo Lavalle

Vincenzo ha detto...

Ma come si fa a credere alle lacrime da coccodrillo di Veltroni sulla drammatica situazione dell'Universita' e della Ricerca?
Nei due anni del Governo Prodi non furono mantenuto le promesse fatte nel Programma, le risorse furono ridotte (perfino rispetto a quelle esigue concesse dalla Moratti), i concorsi da Ricercatore sono stati bloccati per lunghi periodi, gli stipendi (fra i piu' bassi in Europa- siamo stati superati dalla Grecia e quasi raggiunti dal Portogallo) mantenuti bassi (nazi nella prima finanziaria Padoa Schioppa voleva ridurli a regime del 30%)...
Nello stesso momento in cui per soddisfare le richieste corporative dei camionisti tagliava di altri 100 milioni di euro le risorse da destinare all'Universita', Prodi vantava da Fazio immaginifici successi nell'ambito di Universita' e Ricerca ottenuti dal suo Governo...
Ora i responsabili del PD per Universita' e Ricerca sono gli stessi dell'Unione..e dovremmo credere che Veltroni e' sinceramente dispiaciuto che i giovani piu' bravi e motivati NON trovino posto nel nostro sistema produttivo e/o universitario e siano costretti ad emigrare all'estero??
Suvvia non prendiamoci in giro!
Vincenzo Vespri

Amerigo Rutigliano ha detto...

Credo necessariamente utile frequentare per un certo periodo la CAPUT MUNDI, per rendersi conto, cosa significa viverci. Conoscere le sue periferie, per accorgersi di certe realtà davvero problematiche. Occorrerebbe farsi un giro...fuori porta per vedere cosa hanno combinato le amministrazioni di sinistra: Francesco Rutelli e Walter Veltroni, in 15 anni di governo della città. Mezzo agro romano, è stato depredato dagli immobiliaristi, colate di milioni di mc di cemento, hanno praticamente stravolto, una delle ultime realtà territoriali integre. Se Veltroni, intende rappresentare il modello Roma, anche a livello nazionale..povera Italia. Credo sia più costruttivo e utile al paese, che il candidato leader del PD, si organizzi al fine di importare il suo modello in Africa..ove certamente sarà bene accetto.

Il PD, dichiarò di correre da solo, in seguito per ragioni di cartello, imbarcò il magistrato giustizialista Di Pietro, e i rompi balle Radicali, per non parlare delle alleanze concordate con la sinistra radicale, in tutte le sue rappresentazioni, davvero antitetiche.
Veltroni, ha volutamente cancellato dall'agenda elettorale i temi etici, che sono i fondamentali della vita democratica di un paese, considerando che al Comune di Roma, non si è degnato nemmeno di mettere in discussione alcuni diritti civili, sottoscritti di migliaia di cittadini romani.

Veltroni, rinnega anche il suo passato di comunista. Si proclama il nuovo politico italico, quando in realtà scalda seggi e poltrone da circa quaran'anni.
Sappiamo infine, che ha poca importanza chi raggiunga il premio di maggioranza, quel che i cittadini sanno..forse, è che nessuna delle promesse fatte, verranno mai mantenute, perchè quel che manca è la " Pechunia" o vil.. denaro.
Quanto al voto utile.
Ogni voto è utile, se concesso .. con convinzione.
In Parlamento, i buoni propositi di unione, si scoglieranno come neve al sole: Di Pietro, indosserà la toga, la lega, imbraccerà lo spadone, alleanza Nazionale riaccenderà la torcia..e poi tutto il resto fognario, per compagnia...di merenda; agli italici, rimarrà il Male e Peggio.

Amerigo Rutigliano ha detto...

Credo necessariamente utile frequentare per un certo periodo la CAPUT MUNDI, per rendersi conto, cosa significa viverci. Conoscere le sue periferie, per accorgersi di certe realtà davvero problematiche. Occorrerebbe farsi un giro...fuori porta per vedere cosa hanno combinato le amministrazioni di sinistra: Francesco Rutelli e Walter Veltroni, in 15 anni di governo della città. Mezzo agro romano, è stato depredato dagli immobiliaristi, colate di milioni di mc di cemento, hanno praticamente stravolto, una delle ultime realtà territoriali integre. Se Veltroni, intende rappresentare il modello Roma, anche a livello nazionale..povera Italia. Credo sia più costruttivo e utile al paese, che il candidato leader del PD, si organizzi al fine di importare il suo modello in Africa..ove certamente sarà bene accetto.

Il PD, dichiarò di correre da solo, in seguito per ragioni di cartello, imbarcò il magistrato giustizialista Di Pietro, e i rompi balle Radicali, per non parlare delle alleanze concordate con la sinistra radicale, in tutte le sue rappresentazioni, davvero antitetiche.
Veltroni, ha volutamente cancellato dall'agenda elettorale i temi etici, che sono i fondamentali della vita democratica di un paese, considerando che al Comune di Roma, non si è degnato nemmeno di mettere in discussione alcuni diritti civili, sottoscritti di migliaia di cittadini romani.

Veltroni, rinnega anche il suo passato di comunista. Si proclama il nuovo politico italico, quando in realtà scalda seggi e poltrone da circa quaran'anni.
Sappiamo infine, che ha poca importanza chi raggiunga il premio di maggioranza, quel che i cittadini sanno..forse, è che nessuna delle promesse fatte, verranno mai mantenute, perchè quel che manca è la " Pechunia" o vil.. denaro.
Quanto al voto utile.
Ogni voto è utile, se concesso .. con convinzione.
In Parlamento, i buoni propositi di unione, si scoglieranno come neve al sole: Di Pietro, indosserà la toga, la lega, imbraccerà lo spadone, alleanza Nazionale riaccenderà la torcia..e poi tutto il resto fognario, per compagnia...di merenda; agli italici, rimarrà il Male e Peggio.

Carlo ha detto...

Caro Vincenzo, nel programma del Pd c'è scritto tra l'altro ": Vogliamo portare in 10 anni il trasferimento pubblico per l’università e la ricerca al livello dei Paesi più attivi e vitali nell’economia globale, ma far sì che una quota crescente, fino ad arrivare almeno 30%, sia trasferita tramite valutazione, avvalendosi dell'Agenzia Nazionale della Valutazione dell'Università e della Ricerca istituita dal Governo Prodi".
Ora la questione del PD e non di Veltroni va considerata nel suo insieme, e il problema della ricerca e dell'università è parte di un ragionamento più generale intorno alle prospettive politiche del paese. Stante l'attuale panorama politico italiano fammi un esempio di massima credibilità di una formazione politica che è in lizza per le elezioni.
D'altra parte il cittadino, soprattutto se di elevata cultura, non può concepire il proprio stare all'interno della società e nello spazio pubblico nella forma di una delega in bianco ai mediatori istituzionali. Da dentro al mondo universitario per esempio che cosa si muove, quali fermenti positivi emergono? C'è la possibilità di costruire un percorso sociale che porti ad un miglioramento delle condizioni in questo settore?
Per quanto riguarda il PD io penso che bisognerà, se dovesse verificarsi l'ipotesi di una vittoria elettorale, mettere in piedi dei centri di verifica dell'attuazione degli obbietivi programmatici. Anche per questo motivo ho effettuato la scelta di operare nel PD. Bisogna ricostruire gli organismi della politica in Italia che si sono deteriorati e incartapecoroti. Ma non è evidente che attraversiamo un ciclo di decadenza del sistema paese? Come ci risolleviamo? Con l'opzione separatista, del piccolo partitino? O contribuendo a favorire un processo di riorganizzazione più ampio (certo contraddittorio)?

Carlo Lavalle

Amerigo Rutigliano ha detto...

Il 13 aprile non voteremo, non ci piegheremo ad alcun ricatto, diremo no ad elezioni truffa che preparano la legislatura dell’americanizzazione integrale del sistema politico italiano.

Una legislatura i cui contenuti essenziali sono già tracciati dall’intesa Veltroni-Berlusconi, un’intesa coperta a sinistra dall’arlecchinesco arcobaleno di Bertinotti.

Come ben si capisce dal testo dell’appello il nostro non è un astensionismo ideologico, astorico e decontestualizzato. Al contrario, quel che proponiamo è un astensionismo politico che trova le sue ragioni fondanti nell’attuale tornante della storia del nostro paese.

Per quanto la casta di regime - sia essa di “centro”, di “sinistra” oppure di “destra” – si sforzi per dare dignità ad un finto dibattito politico, ampi settori popolari hanno già capito l’essenziale: queste elezioni sono una truffa. Un imbroglio antidemocratico che impedisce ogni vera scelta, perché le vere scelte sono state già fatte e verranno imposte al paese qualunque sia il risultato.

Il rapporto di sudditanza con gli Usa si rinsalderà, insieme alla disponibilità a nuove avventure militari se Washington lo chiederà. Gli interessi delle oligarchie finanziarie saranno la preoccupazione condivisa del nuovo mostro bipartitico, mentre i privilegi del ceto politico saranno ancor più tutelati. La costituzione che prenderà forma sarà apertamente fondata sull’impresa, non più sul lavoro; mentre il sistema istituzionale (legge elettorale inclusa) verrà sempre più piegato alle esigenze delle classi dominanti, verso nuove forme di totalitarismo che includono ma non si esauriscono nel presidenzialismo.

Questa è la Terza repubblica di cui già parlano, frutto velenoso dell’imbarbarimento sociale, prodotto garantito di queste elezioni truffa.

Come rispondere a questo scenario? In teoria ci sono tre possibilità: il menopeggismo, l’identitarismo, il rifiuto. Il menopeggismo (rifondarolo e non solo) è l’ideologia che più ha prodotto danni, dato che il meno peggio prepara sempre il peggio. L’identitarismo di chi pensa che basti avere una falce e martello sulla scheda elettorale (Sinistra Critica, Pcl, ecc.) è comprensibile ma del tutto inefficace.

Resta il rifiuto ed è questa la scelta che proponiamo. Una scelta etica e politica.

Ma il rifiuto, cioè l’astensione, non è fuga. Al contrario, esso vuol essere la premessa di una lotta più ampia che potrà svilupparsi solo a condizione di una rottura totale con l’indecente casta che chiederà il voto il 13 aprile. A volte il voto più forte è quello non dato. A noi sembra che questa volta sia proprio così.

QUESTA VOLTA NO

Quelle del 13 aprile non saranno elezioni di ordinaria amministrazione. Esse potrebbero avere conseguenze di portata storica. Le stesse oligarchie che seppellirono la prima Repubblica, sprofondata la seconda nei miasmi delle loro meschine lotte di potere, hanno deciso di fondarne una terza.

I due partiti di plastica, quello di Veltroni e quello di Berlusconi (forti dell’inopinato sostegno del neonato ectoplasma di Bertinotti che ha assunto il ruolo di garante di questo imbroglio) chiedono di cambiare le “regole del gioco”, nascondendo ai cittadini quali siano il gioco e la posta in palio. Il gioco consiste nell’adottare un modello istituzionale di tipo americano, ovvero una monarchia elettiva fondata su di un bipartitismo coatto più o meno perfetto. La posta in palio, già deciso quali siano i due monarchi, è a chi dei due debba spettare il trono.

Chiunque si piazzerà per primo ricorrerà infatti all’appoggio del secondo classificato (e all’avallo delle due forze di complemento, quella di Bertinotti per il PD e quella di Casini per il PdL),per fare a pezzi la Costituzione, atto obbligato per passare dalla democrazia parlamentare ad un regime presidenzialista autoritario. Da un sistema in cui la sovranità, almeno legalmente, spetta al popolo, vogliono condurci ad un altro in cui essa sarà appannaggio di ristrette oligarchie che trasformeranno i governi in docili comitati d’affari dei grandi oligopoli capitalistici, e le assemblee elettive in bivacchi schiacciati dagli stivali dell’Esecutivo.

Un sistema oligarchico che farà della democrazia una finzione procedurale, trasformando i cittadini in sudditi, non può essere altrimenti considerato che una dittatura mascherata.

Sappiamo bene che questa tendenza non riguarda solo l’Italia, che essa riguarda tutta l’Europa. Le classi dominanti europee, da sempre prigioniere della supremazia nordamericana, hanno infatti abbracciato il disegno imperialistico di Washington, disegno che fa dell’Alleanza atlantica la punta di lancia della “guerra permanente e infinita” con la quale imporre al mondo le proprie ambizioni imperiali. Alla guerra permanente contro ogni popolo e nazione recalcitranti corrisponde, entro i confini del blocco imperiale, la necessità di una pace interna cimiteriale, la prevenzione e la soppressione d’ogni conflitto sociale e politico, la violazione dei diritti fondamentali delle persone. La maniacale ricerca di leggi elettorali truffa, la sacralizzazione del principio della governabilità, vanno infatti di pari passo con l’adozione di leggi lesive delle libertà individuali e collettive, il tutto accompagnato da accanite campagne securitarie razziste e xenofobe. Non si tratta solo del presidenzialismo, ma del passaggio dallo Stato di diritto allo Stato di Polizia.

Quando la società italiana pulsava, quando la democrazia viveva della partecipazione diretta dei cittadini, questo mutamento sarebbe potuto avvenire solo con un “colpo di stato” —minaccia che è infatti gravata sul nostro paese, dal Piano Solo del 1964, a quello della P2 di Licio Gelli negli anni ’70-’80.

Oggigiorno, già disarticolate le istituzioni repubblicane, neutralizzate le forze antagonistiche, trasformati i cittadini in tele-spettatori/consumatori inebetiti, questo golpe può essere perpetrato in maniera incruenta, grazie ad una competizione elettorale manipolata con ciniche strategie di marketing dai padroni delle TV e dei mass media.

In questo contesto, davanti ad elezioni il cui risultato è già sancito in anticipo, l’astensionismo di massa è la sola risposta che abbia valore etico e senso politico.

Questa volta no, non ci “tureremo il naso”, non accetteremo il ricatto di chi, dopo aver scelto il ruolo di comprimario e di complice di un crimine, vorrebbe il nostro voto accreditandosi come innocente. Né riteniamo abbia senso politico presentare liste alternative. Esse, oltre a non aver alcuna possibilità di successo, svolgerebbero, loro malgrado, la funzione di comparsa della messa in scena elettorale.

Chiamiamo quanti condividono quest’appello non solo a sottoscriverlo, non solo a diffonderlo, ma ad attivarsi in una campagna astensionista di massa allo scopo di contrastare la nascita di quella che chiamano “Terza Repubblica”. Una campagna che sola può gettare le premesse per un’opposizione politica futura, intransigente e a tutto campo, non solo contro la svolta autoritaria e per salvare lo Stato di diritto, ma anche per rilanciare la lotta per affermare i principi di eguaglianza sociale, libertà politica e fratellanza umana, principi che restano i soli per costruire un’alternativa di sistema.

Ci impegniamo altresì a convocare una grande assemblea unitaria nazionale affinché l’opzione astensionista e antagonista abbia una dimensione di massa.

Maurizio Rondina ha detto...

Bravo Amerigo, e ben tornato! era un po che non ti sentivamo.

Siamo arrivati alle stesse conclusioni, vedi il mio commento di ieri nell' argomento "Alitalia"
http://gawronski.blogspot.com/2008/04/alitalia.html

E' un po che faccio campagna in tal senso, ma molti preferiscono recarsi comunque ai seggi e votare bianco o nullo, è diffuso il timore di essere "schedati" per "non aver fatto il proprio dovere". Certo il dato dei non votanti lo sapremo subito e sarà pubblicato ampliamente dagli organi di informazione, mentre invece passeranno in sordina la percentuale delle nulle e delle bianche, con in più il rischio, relativamente alle "bianche", che i furbetti rappresentanti di lista, mettano delle "crocette" sibilline.

Sono convinto che sommando i 3 dati, saremo il primo o secondo partito d' Italia... non potranno non tenerne conto.

In bocca al lupo!

isabella ha detto...

Non mi ero mai resa conto come adesso di quanto fosse difficile la democrazia!
Occorrono doti di grande tolleranza, capacità di ascolto, umiltà. Aveva ragione Voltaire! Io ci provo, ma comunque non posso fare a meno di dire la mia. Adesso vorrei fare una domanda a molti di coloro che frequentano questo blog. Io credevo che fossimo qui perchè ci riconoscevamo in un programma preciso (quello di Piergiorgio), certamente aperto al contributo di ognuno di noi, ma fermo su alcune linee di generali ; adesso però mi sembra che molti lo utilizzino più che per un dibattito costruttivo su questioni importanti, piuttosto come sfogatoio per le proprie elocubrazioni, anche pericolosamente perchè oggi non andare a votare e non votare per Veltroni significa CONSEGNARE L'ITALIA A BERLUSCONI . Non c'è altro da dire, non è certo questo il momento di fare di schizzignosi!!!!Ma possibile che molti che si reputano democratici non se ne rendano conto? Oppure se ne rendono conto ma preferiscono mantenere un atteggiamento snobistico e non sporcarsi le mani??
No davvero, vorrei capirlo, scusate la mia franchezza, ma dovremmo capire chi siamo, che vogliamo e dove andiamo.
Isabella

Andrea Guerriero ha detto...

Cocordo con Isabella, bisogna organizzarsi, essere animosi, pragmatici, evitando dietrologie e le solite colpe addossate agli Americani, le filosofie lasciamole agli altri.

Andrea

Anonimo ha detto...

Isabella..tolleranza è la parola giusta. Le cose dette da tale amerigo risultano ancora più urticanti ora che i risultati delle elezioni sono noti. Il "non voto" di amerigo e company ha dato una grande scossa a questo paese. Grazie di cuore.

Maurizio Rondina ha detto...

Isabella, Andrea e Claudio, le vostre affermazioni sembrano quelle del tifoso sconsolato della squadra che sta perdendo (e che poi ha perso), e che proprio perchè tifosi perdonano tutto, e cercano di incolpare gli altri, ovvero chi non la pensa come loro, e che diversamente da loro ha avuto il coraggio di fare scelte sofferte e profondamente meditate, dandone le più ampie e approfondite spiegazioni. Come mai non siete intervenuti ai tanti post ove noi (poi arrivati alla difficile decisione dell' astensione) avanzavamo le nostre critiche, fin da prima della caduta del governo Prodi. Mi sembra lo stesso attegiamento di tanti "direttivi" delle sezioni locali del PD, ti cercano solo quando è ora di votare, per darti il fac-simile della scheda, mai quando c'è da discutere o da decidere qualcosa. Le voci critiche danno a loro lo stesso "fastidio" che chi ha fatto questa scelta del non voto, da ad Isabella.

A parte qualche nostra espressione forse un po sopra le righe, la verità è che Veltroni e il "suo" PD non sono stati credibili presso il loro elettorato, e la naturale conseguenza è che hanno avuto ciò che si meritavano, inutile che incolpate gli astensionisti. Chi semina vento raccoglie tempesta. Se fossero stati credibili, le astensioni non ci sarebbero state. Questo giustificare tutto in funzione anti-silvio è ormai un retaggio ideologico anti storico. Frasi come "consegnare l' italia a berlusconi" oramai devono essere dimenticate: Silvio c'è, bisogna riconoscerlo come avversario politico, ed anche bravo, perchè presso i suoi elettori è stato più credibile, di quanto Veltroni lo sia stato dalla nostra parte.

In un paese normale il buon Veltroni e i suoi 32 della "moratoria" dopo aver preso 9 punti di distacco, dovrebbero fare due passi indietro, lasciando spazio nel partito alle tante risorse umane a cui non vengono date le opportunita che si meritano, a cominciare dal nostro Piergiorgio.

Ho invece il timore, anche se la speranza è l' ultima a morire, che continueranno a far finta di niente, ad andare per la loro strada, proseguendo nella loro "non credibilità" ad alimentare la distruzione della sinistra e la crescita dell' astensionismo.

Andrea Guerriero ha detto...

Maurizio, io non sono un tifoso di Veltroni ma nemmeno condivido le affermazioni di Amerigo, secondo me astratte, dopo la batosta subita, bisogna fare delle scelte di profondo cambiamento, bisogna che i "mandarini" del partito si facciano da parte lasciando spazio ai rinnovatori. Sarà questa la sfida da affrontare

isabella ha detto...

Caro Maurizio Rondina,
sinceramente non penso che siano giuste le parole che rivolgi a me e ad altri "le voci critiche danno a loro lo stesso "fastidio" che chi ha fatto questa scelta del non voto, dà ad Isabella". In verità io credo proprio di ESSERE una voce critica. Non sono certo io una fan di Veltroni e l'ho sempre accusato, forse anche troppo (anche se devo dire che ha fatto una buona campagna elettorale). Mi sento piuttosto una dissidente democratica. Il problema è un altro: quanto era/è stato produttivo non votare??? Non mi sembra che i risultati diano ragione a chi si è astenuto. Alla fine contano i numeri. Se quelli come te avessero votato, ci sarebbe un minor divario col PDL, il centro sinistra avrebbe un po' più di forza. E meno male che molti alla fine si sono convinti a votare, altrimenti sarebbe stato anche peggio!! Oppure pensate tanto peggio tanto meglio??
Comunque siamo entrambi qui perchè vogliamo cambiare le logiche sbagliate interne al PD, come ad altri partiti.Non mi sembra ci siano per ora altre possibilità. Dunque proviamoci almeno!

Maurizio Rondina ha detto...

Cara isabella, ingiusta la battuta sul "fastidio", ingiusti i termini sfogatoio, schizzignosi, snobbistici, tanto peggio tanto meglio. Due a uno per te, partita finita e chiudiamo il caso, visto che mi sembra evidente remiamo tutti dalla stessa parte.

Chiedevo solo un maggior rispetto per chi ha fatto scelte diverse e sofferte, dettate non da un freddi calcoli numerici, ma dalla propria coscienza. La politica è anche e soprattutto passione civile.

Che senso avrebbe avuto, aver dato un po più di forza a un progetto "non credibile", fotocopia (a detta di tutti gli analisti internazionali) dell' originale che ha vinto.

Un bagno di umiltà penso sia la miglior cura, nella speranza contribuisca a creare in tutti un maggior senso autocritico.

Anonimo ha detto...

Leggo solo ora, dopo botta, risposta e chiusura del caso. Non intendo riaprirlo ma solo chiarire la mia posizione.
Premetto che neanche io non sono un tesserato del pd né uno che "perdona tutto" al pd.. sono solo un laureando che si occupa di tutt'altro e che ogni tanto legge questo blog perché lo ritiene interessante.
Quando leggo un post come quello di amerigo, penso sia doveroso manifestare tutta la mia disapprovazione; se avessi capito che c'era questa intenzione di non voto l'avrei espressa prima. Non è nelle mie intenzioni cercare un colpevole, anche perché non penso che chi si è astenuto ha deciso le elezioni: la battuta sulla scossa voleva proprio evidenziare come un gesto del genere abbia avuto un impatto nullo come "critica"; invece ha indebolito l'opposizione all'attuale governo. Ora sono stato più chiaro.

Sul merito, la questione è la seguente: sommando i voti di pd, sinistra arcobaleno, socialisti e (ipotetici) astenuti, la coalizione pdl-lega-mpa avrebbe vinto lo stesso.
E allora di cosa stiamo parlando? Perché vogliamo per forza dire che la mancanza di credibilità è stata la causa della sconfitta? Che una parte dell'operato del pd sia criticabile lo condivido pienamente, ma se il pd avesse fatto "tutto bene", si fosse reso credibile agli occhi di tutto il suo elettorato, tanto da convincere anche gli astenuti a votarlo… avrebbe perso ugualmente, perché per vincere si sarebbe dovuto rendere credibile nei confronti di coloro che hanno votato dall'altra parte. Attenzione a pensare che qualche procedura discutibile di nomina delle liste abbia spostato voti: secondo me ha solo creato delusione nell'elettorato del pd, ma poi il 95% di questo magari lo ha votato lo stesso, non credete? Sono frasi come "non vogliamo i voti della mafia" etc che invece spostano voti, tanti, basta guardare simbolicamente all'ennesima disfatta in sicilia.
Quello che voglio dire è che ad un "pd ideale" per vincere non basta seguire una strada, ma ne deve seguire due: una verso il proprio elettorato, sulla quale su questo forum tutti hanno le idee chiare, ma soprattutto una verso l'elettorato avversario. Che a questo punto mi viene da pensare che forse non esista, che forse bisognerà aspettare e sperare che cambino gli italiani.
Il vero problema, che ci piaccia o no, è che la maggioranza degli italiani ancora una volta non ha visto come una cosa "assurda" mettere la croce su un simbolo dove c'era scritto berlusconi, dopo quello che tutti hanno visto in questi anni. Il mondo intero sembra aver capito questa cosa, tranne la maggioranza degli italiani stessi: se contassimo i capi di stato europei, o gli intellettuali, che si sono espressi a favore dell'uno o dell'altro partito, la differenza sarebbe abissale. Questo vuol dire che in Italia ormai si è (o è stata) creata un'opinione pubblica che vede come normali cose che non lo sono. Già dopo le elezioni del 2006 mi è sembrato assurdo che dopo 5 anni di governo la coalizione del centro destra potesse aver preso così tanti voti, ma la realtà purtroppo è questa.
Detto questo, la mia critica è verso chi pensa che astenendosi abbia fatto qualcosa di buono per l'Italia, perché non ha considerato questa realtà. Io do atto invece a Veltroni (più che al pd) di aver fatto una bella campagna elettorale, altrimenti il pd nemmeno quel 38% avrebbe raggiunto. Ora abbiamo 5 anni in cui mi sembra giusto avanzare tutte le critiche che servono per fare un pd migliore.

PierGiorgio Gawronski ha detto...

Grazie per i commenti, grazie anche a coloro che si esprimono con pacatezza. Tutte le opinioni sono accettabili e hanno una loro saggezza. Facciamo tutti quello che possiamo, non siamo politici di professione, per creare un gruppo "efficace" è importante anche esprimersi pacatamente.

Quanto al merito della questione, io continuo a credere che dovremmo trovare un modo più efficace del "non voto" per cambiare il PD.

Maurizio Rondina ha detto...

Claudio, sulla questione "numerica" i dati non sono proprio quelli che dici:
Il PD non ha ottenuto il 38%, quello è il dato complessivo della coalizione assieme a Di Pietro.

Il realtà il PD ha ottenuto 12.092.998 voti ovvero solamente circa 160.000 in più dell' ulivo nel 2006.

Se facciamo conto che il corpo elettorale è sicuramente aumentato, tutto questo "successo" della "bella" campagna elettorale e del "nuovo" di Veltroni, mi sembra molto ridimensionato.

Non so poi sulla base di quali dati sostieni che l' astensione non sia stata influente. Sto ancora aspettando risposte dal ministero dell' Interno, il quale non ha inspiegabilmente pubblicato il dato degli aventi diritto al voto e nemmeno quello delle schede bianche e nulle, senza il quale non si può fare un' analisi precisa del "non-voto".

Poniamo pure (in senso riduttivo) che il numero degli aventi diritto al voto sia lo stesso delle politiche del 2006 (in quel caso il dato fu pubblicato), nel 2008 non hanno votato 10.545.296 italiani:
quelli avrebbero dovuto convincere il PD e Veltroni, invece è aumentata la disaffezione per circa 1.700.000 elettori (nel 2006 coloro che non votarono furono 8.844.258).

Non ritengo poi giusto contestare il fatto che la gente vota in massa Berlusconi e la lega nonostante 5 anni di governo, e contrariamente a ciò "che il mondo intero sembra aver capito".

Loro (i 16.6 milioni che hanno vinto) hanno una loro logica di ragionamento, che magari noi e il mondo intero stentano a capire, ma non per questo vanno sminuiti o condannati. Anzi io personalmente li capisco perfettamente, anche se non li approvo.

Mettiamoci piuttosto nelle condizioni di conquistare almeno una parte di quei 10 milioni e mezzo (ne basterebbe un terzo).

Al breve commento di Piergiorgio, rispondo invece che un modo più efficace del non voto, in quello specifico momento elettorale non era percorribile per la mia coscienza, ciò non toglie che nei miei limiti di "non politico" di professione, darò in futuro il mio contributo alla causa, magari anche più di tanti che diversamente da me hanno votato.