[Questo pezzo è uscito sull'Unità di oggi]
Caro Segretario del PD,
dato che per diversi anni le nostre letterine a Babbo Natale e alla Befana sono rimaste deluse, quest’anno abbiamo deciso di scrivere a Te.
Siamo due esperti dei problemi del sottosviluppo, e come altri italiani abbiamo dedicato gran parte della nostra vita allo studio ed alla promozione dello sviluppo nel mondo. Siamo rimasti affascinati dalla gioia di popoli lontani, dal loro entusiasmo e dalla loro accoglienza. In questo inizio del 2009, mentre alcune regioni del mondo (Cina, India), hanno avviato un processo di crescita, in altre aree i problemi sono ancora gravissimi. Il 41 percento della popolazione africana sopravvive con meno di 1 dollaro al giorno. In Etiopia solo il 23% della popolazione ha accesso all’acqua potabile; in Sierra Leone il 30% dei bambini muore prima di raggiungere i cinque anni di vita; in Botswana si vive in media soltanto 35 anni, a causa dell’AIDS. Molti di questi esempi – pensiamo all’Afghanistan - dimostrano come, nel mondo globalizzato, i destini “nostri” e “loro” siano intimamente legati.
Secondo noi, grazie alle opportunità offerte dalle economie di mercato, i problemi della povertà globale sarebbero facilmente risolvibili: il problema è la volontà politica di organizzarsi.
In questo senso, la Cooperazione allo Sviluppo non è solo gestione dell’emergenza umanitaria o della povertà estrema. È soprattutto strategia ed azioni per favorire lo sviluppo equilibrato del mondo, in modo sostenibile e coerente. È quindi anche cura dei nostri interessi, grazie a politiche eque e sostenibili.
Ma in questo noi italiani impegnati “sul campo” soffriamo da tempo per il malfunzionamento della nostra Cooperazione allo sviluppo: finanziamenti minimi, strutture precarie - orientate alla gestione caso per caso più che ad una strategia coerente –, competenze scarse e spesso umiliate. E nessuna produzione di cultura politica per lo sviluppo: l’Italia non è quasi mai in gradi di proporre una filosofia né misure concrete sui temi centrali dello sviluppo, quali commercio e investimenti, mutamenti climatici ed ambientali, brevetti e tecnologie, migrazioni, politiche sanitarie, diritto all’acqua, ecc.
Servirebbe una Agenzia per lo Sviluppo autonoma, a proprietà mista, con un management di qualità, in grado di (1) promuovere politiche economiche coerenti nei “tavoli interministeriali” del nostro governo; (2) rafforzare e valorizzare le sinergie fra esperti, associazioni, enti locali, governo, imprese, università; (3) mobilitare e coordinare la generosità degli italiani.
Questa è la riforma promessa e sempre dimenticata dai leader di sinistra del passato (Prodi compreso). Ma noi vogliamo credere in Te. Per dare una mano ai nostri fratelli poveri non serve “andare in Africa”: sarebbe più utile mettere le cose a posto qui da noi. Il regalo che Ti chiediamo quest’anno, dunque, è una Tua promessa sincera. Quando vincerai le elezioni, impegnati davvero per realizzare una moderna riforma della Cooperazione allo Sviluppo, assieme alle alte competenze del settore ansiose di contribuire a risolvere questi problemi.
Grazie per l’attenzione,
PierGiorgio Gawronski staffgawronski@gmail.com
Carlo Pietrobelli, c.pietrobelli@uniroma3.it