La questione cattolica (o religiosa?) si ripropone nel PD. Un articolo di Famiglia Cristiana registra e rilancia malumori, chiede a Veltroni di "rompere con l'ala laicista" (altrimenti il PD "perderà una parte dei cattolici", e assomiglierà sempre più ai DS", con i suoi indipendenti di sinistra). Rutelli conferma il malessere: "no a scissioni, ma bisogna cambiare strada". Dietro alla questione cattolica ci sono i valori: della vita, della laicità dello Stato/dei partiti. Ma anche altre questioni: ad es. a quale gruppo del Parlamento Europeo iscrivere il PD.
Il gruppo dirigente ex PCI da per scontato l'ingresso del PD nel gruppo socialista europeo - opportunamente rinominato -, ma i cattolici non se la sentono proprio. Inoltre la concezione del PD come somma di due vecchi partiti (Margherita e DS) ignora il contributo e la spinta dal basso della società civile, che non è né cattolica (politicamente parlando, s'intende) né socialista, ma vuole una sinistra più moderna e liberale.
Io credo che sia ormai tempo per il PD di affrontare apertamente la questione cattolica, messa in sordina dai veltroniani in campagna elettorale per timore di divisioni. Al Parlamento Europeo forse sarebbe più corretto creare un gruppo nuovo, i "democratici": perché il PD è sia cattolico, sia socialista, sia liberal-democratico, ma non appartiene esclusivamente a uno di questi tre gruppi. Sui valori è tempo di un chiarimento profondo. Laicità, religione, valori della vita non penso debbano necessariamente scendere a compromessi. Ad es., i nostri "laici" sostengono (polemicamente) la seguente tesi: "la Chiesa è libera di parlare, ma poi le istituzioni devono decidere autonomamente". Io la trovo insufficiente, non abbastanza netta: ma proprio nei documenti del Concilio Vaticano II - vedi Gaudium et Spes - ci sono posizioni sulla laicità più avanzate (e quindi - a fortiori - assai più avanzate di quelle sostenute oggi da ampi settori dell'Episcopato italiano e in particolare da Mons. Ruini).
I cattolici hanno nel loro DNA concezioni sullo stato e sulla sua laicità avanzatissime: le tirino fuori. La parte "laica" deve contribuire a mettere in campo - seriamente! - una strategia chiara e forte in difesa della vita, in particolare contro l'aborto: basata sulla prevenzione, il sostegno sociale e incentivi. E accogliere con chiarezza i valori cattolici - che, di per sé, sono tutti condivisibili, il problema è la loro applicazione - chiarendo ad es. che l'aborto è "un male" senza "se" e senza "ma". Qui sta il punto più delicato: capire che non si deve rinunciare a chiamare le cose con il loro nome, ma anche che uno stato liberale non mette in prigione chiunque non rispetti i valori o faccia qualcosa di "male"; a volte è meglio aiutarlo: altrimenti saremmo già da tempo tutti in galera!
Il gruppo dirigente ex PCI da per scontato l'ingresso del PD nel gruppo socialista europeo - opportunamente rinominato -, ma i cattolici non se la sentono proprio. Inoltre la concezione del PD come somma di due vecchi partiti (Margherita e DS) ignora il contributo e la spinta dal basso della società civile, che non è né cattolica (politicamente parlando, s'intende) né socialista, ma vuole una sinistra più moderna e liberale.
Io credo che sia ormai tempo per il PD di affrontare apertamente la questione cattolica, messa in sordina dai veltroniani in campagna elettorale per timore di divisioni. Al Parlamento Europeo forse sarebbe più corretto creare un gruppo nuovo, i "democratici": perché il PD è sia cattolico, sia socialista, sia liberal-democratico, ma non appartiene esclusivamente a uno di questi tre gruppi. Sui valori è tempo di un chiarimento profondo. Laicità, religione, valori della vita non penso debbano necessariamente scendere a compromessi. Ad es., i nostri "laici" sostengono (polemicamente) la seguente tesi: "la Chiesa è libera di parlare, ma poi le istituzioni devono decidere autonomamente". Io la trovo insufficiente, non abbastanza netta: ma proprio nei documenti del Concilio Vaticano II - vedi Gaudium et Spes - ci sono posizioni sulla laicità più avanzate (e quindi - a fortiori - assai più avanzate di quelle sostenute oggi da ampi settori dell'Episcopato italiano e in particolare da Mons. Ruini).
I cattolici hanno nel loro DNA concezioni sullo stato e sulla sua laicità avanzatissime: le tirino fuori. La parte "laica" deve contribuire a mettere in campo - seriamente! - una strategia chiara e forte in difesa della vita, in particolare contro l'aborto: basata sulla prevenzione, il sostegno sociale e incentivi. E accogliere con chiarezza i valori cattolici - che, di per sé, sono tutti condivisibili, il problema è la loro applicazione - chiarendo ad es. che l'aborto è "un male" senza "se" e senza "ma". Qui sta il punto più delicato: capire che non si deve rinunciare a chiamare le cose con il loro nome, ma anche che uno stato liberale non mette in prigione chiunque non rispetti i valori o faccia qualcosa di "male"; a volte è meglio aiutarlo: altrimenti saremmo già da tempo tutti in galera!
7 commenti:
Ha ragione PierGiorgio, la questione Cattolica e' centrale per il PD. Secondo me il valore da difendere ad ogni costo e' la laicità dello Stato (spesse volte minacciata dall'invadenza del Vaticano) condannando, nello stesso tempo e con molta fermezza, manifestazioni laiciste (che servono solo a perdere consenso e voti ed a mettere ancora piu' in discussione la laicita' dello Stato).
Secondo me adesso Veltroni (e la dirigenza del PD) deve affrontare con decisione le problematiche che vengono dall'aver partecipato all'agone elettorale assieme a due forze molto diverse dal nascente PD: i Radicali (che hanno il merito di aver combattuto molte battaglie meritorie ma che hanno nel loro DNA molto anticlericalismo) e DiPietro (che ha il merito di combattere la battaglia sacrosanta della legalita' ma che e' affetto, secondo me, da eccessivo giustizialismo. Vedasi ad esempio la questione delle intercettazioni. E' ovvio che non debbano essere totalmente eliminate, ma nello stesso tempo, come notato dallo stesso Napolitano, devono essere regolamentate per motivi evidenti di tutela e privacy)
Questione cattolica. Ma perché, in Italia, deve sempre esistere una questione cattolica? Ma allora non dovrebbero essercene anche una protestante, una ebraica, una valdese, una induista, una buddista, una ortodossa, etc.? (sorvoliamo su quella islamica). Io non lo trovo giusto. Dovremmo davvero riuscire a staccarci di dosso quelle brutte etichette: cattolico, non cattolico, ateo, etc. Ma che gliene importa allo stato delle convinzioni religiose dei singoli cittadini? Creano solo inutili e dannose divisioni all’interno della società. Sui problemi etici sì, si deve discutere, e nel reciproco rispetto delle diverse posizioni, anche perchè si tratta di temi che sono davvero trasversali, come ci hanno dimostrato le vicende del divorzio e dell’aborto ed ora quella- abortita - dei dico. Invece ecco che il neonato partito rischia di morire, ancora in fasce, prima di crescere, di svilupparsi e di assumere una precisa identità. Lacerato dalle sue stesse contraddizioni, è già diviso. I cattolici di Famiglia Cristiana parlano apertamente di scissione. Ma devono capire che non possono imporre agli altri il loro modo di pensare. Non possono impedire leggi che sono contrarie alla morale cattolica. Ammesso e non concesso che poi siano davvero contrarie alla morale cattolica e non invece alla loro personale!! Nessuno obbligherà mai nessuno a stipulare i dico, qualora si riuscisse ad averne la possibilità, né ad abortire, né a divorziare, si tratta solo di aiutare chi soffre e non sa come fare, che mi sembra il principio più cristiano che ci sia. L’aborto è male senza se e senza ma, lo so, ma credo che lo sappiano anche le tante donne che hanno abortito. La morale cattolica da noi blocca anche un serio discorso sulla prevenzione e sul controllo delle nascite , ha bloccato la ricerca scientifica , vedi la vicenda delle staminali, così i cervelli fuggono all’estero e i soldi li fanno altri paesi meno oscurantisti.
Purtroppo non conosco, Piergiorgio, le aperture del Concilio Vaticano II ed in particolare dell’enciclica Gaudium et spes , ma non ho dubbi sulla modernità della maggior parte dei cattolici, che sono sicuramente molto più avanti di alcune frange interne al PD. Comunque, sulla questione della laicità, io mi accontenterei anche del “Libera Chiesa in Libero Stato” di ottocentesca memoria. Penso, inoltre, che forse non sarebbe un male se la parte più retriva e conservatrice del pd se ne andasse, magari per raggiungere Casini , e che occorrerebbe, invece, recuperare al pd buona parte della sinistra arcobaleno. Mi riferisco in particolare al gruppo di Mussi e della sinistra democratica, verso i quali nutro personalmente sentimenti di fiducia e simpatia e non mi sembrano sovversivi pericolosi e chiusi al dialogo.
Scusate, forse non è un caso, ma io non ho capito che cosa intende Vincenzov per manifestazioni laiciste (che servono solo a perdere consenso e voti ed a mettere ancora piu' in discussione la laicita' dello Stato).
Le lotte tra Stato e Chiesa, si sa, sono sempre esistite. Ciò che più mi sconcerta, è la costante intromissione della Chiesa sulle questioni temporali o politiche tout court. Il mondo cattolico non dovrebbe occuparsi principalmente di diffondere la Parola divina, di insegnare le virtù cristiane, e accogliere nella sua Dimora i più bisognosi? Personalmente, ho sempre inteso la religione come un modus vivendi; una voce interiore che m'induce ad aiutare il prossimo, vivendo nel rispetto, nella comprensione, nell'accettazione delle diversità culturali, biologiche, ideologiche e di fede - laddove ce ne fossero -dell'altro. Mi chiedo perchè non si è mai disposti a porsi dall'altra parte della barricata.
L'aborto è - senza dubbio alcuno - negazione di una vita, ma ci si interroga sulle ragioni possibili che spingono una donna a compiere un atto così crudele verso la piccola creatura che porta in grembo e, moralmente, verso se stessa? Più che condannare l'unione tra persone di uno stesso sesso, perchè non tentare di capire che in fondo la natura che è dentro di loro non li dà la possibilità di condurre una vita "normale", perchè la "normalità", nella nostra società, risiede unicamente nel connubio di sperma e sangue (da cui nascono altre vite), un connubio che costituirebbe - secondo una retrograda ideologia - l'unico fine che possa giustificare l'amore carnale tra due individui.
La morale cattolica dovrebbe sostenere chi è costretto a fare scelte sbagliate, chi è "diverso", chi si sente abbandonato dalle leggi di Dio e dello Stato, escludendo ogni pretesa decisionale su problematiche che esulino dalla sfera spirituale di propria competenza.
Silvia C.
Il Coraggio di cambiare è anche il coraggio di mettere i piedi nel piatto. Cattolici e laici : ma siamo sicuri che i problemi fondamentali della realtà contemporanea stiano dentro questa dicotomia?
Inoltre, cerchiamo di capire che i concetti hanno significati molteplici. Laico per esempio è anche un fedele che non appartiene al clero. Non necessariamente è un
soggetto antitetico alla Chiesa perché non credente nella dottrina cattolica.
Per me bisogna misurarsi sulle cose. Quali sono i valori di riferimento fondanti del cattolicesimo? La non violenza? Il rispetto della vita in quanto tale? C'è una barriera oltre la quale non si possono negoziare i propri principi?
Sull'aborto la Chiesa non ha mantenuto nel corso dei secoli le stesse posizioni.
Nella Chiesa su questo argomento non tutti la pensano allo stesso modo (vedi dichiarazioni di Don Sandro Spriano, cappellano del carcere romani di Rebibbia).
Il pensiero cattolico è un fluire storico. Ci sono costanti ma anche diverse accentuazioni. Dice Hans Kung che dopo il Concilio Vaticano II "è andata perduta la gioia di essere cattolici e la grande libertà d’espressione che c’era in quegli anni".
Il cattolicesimo si è sempre conciliato con la democrazia? Il dogma dell'infallibilità papale è conciliabile con una costituzione democratica?
Si, discutiamo seriamente e serenamente. Perché la Chiesa cattolica e il cattolicesimo ha senz'altro fatto germogliare frutti positivi.
La Dichiarazione Universale dei diritti umani di cui ricorre il 60° anniversario è il frutto di un accordo storico tra diverse anime. L'apporto e l'influenza del pensiero cattolico (J. Maritain) sono stati importanti.
Sì, Carlo, misuriamoci sulle cose, siamo pragmatici. Inutile continuare a interrogarsi sui temi etici come se fossero problemi religiosi. E' una prospettiva sbagliata e che rende impossibile il dialogo.
Ad esempio, stimo tantissimo Rosy Bindi che, da cattolica e pur con mille compromessi, ha stilato la bozza dei dico. Ecco, ha dimostrato che queste cose si possono fare.
Lo stesso vale anche per la collocazione europea del pd, per la quale credo che le difficoltà di riconoscersi in una etichetta comune verranno più da uno come Rutelli, che dagli altri paesi europei (vedi l'apertura di Schultz), tradizionalmente più pragmatici di noi.
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