lunedì 15 dicembre 2008

La sconfitta in Abruzzo

Il risultato elettorale dell’Abruzzo, catastrofico per il PD, segnala l’urgenza di un cambio della linea politica del partito. Veltroni tenterà di attribuire alla “questione morale” tutta la colpa: un altro modo per scaricare su “altri” le responsabilità. Che in passato furono scaricate su Prodi, o sulle presunte “divisioni” del partito. Ma in realtà è tutta una linea politica che viene bocciata una volta di più dagli elettori del PD. Che da ormai un anno stanno attuando uno “sciopero del voto”. E paiono (per fortuna) decisi a continuare fintantoché il Partito Democratico non vorrà prendere atto delle istanze della sua base naturale, il popolo liberal-democratico e di sinistra.

In questo ultimo anno e mezzo ho fatto il possibile per avvertire il partito che era su una strada sbagliata. Veltroni è rimasto in mezzo al guado, ha promosso un cambiamento di facciata: gli altri non contano nulla perché o sono Uomini strettamente controllati da Veltroni, oppure sono stati esclusi da ogni reale funzione. Alla Direzione Nazionale del 19 Dicembre proporrò nuovamente un cambiamento di linea radicale.

Il partito Democratico non è affatto democratico, e questo non è accettabile. L’ipocrisia di questa situazione (primarie finte; uno Statuto che blinda le oligarchie; Comitati dei “Garanti” inesistenti o non funzionanti; moltissimi circoli controllati dai “capi-bastone”; ecc.) fa infuriare gli elettori. Occorre una ripresa della fase costituente.

Il partito Democratico non ha un progetto paese, e questo non è accettabile. Anche perché fra gli intellettuali democratici del nostro paese le linee di questo progetto-paese ci sono eccome! Ma l’oligarchia del Partito Democratico tiene lontano gli intellettuali e i tecnici, la gente competente e quella capace di progettare il futuro. E non ha intenzione di affrontare la crisi democratica e di governance (diciamo pure: di legalità) che attanaglia il nostro paese, perché questo significherebbe rinunciare alla occupazione delle istituzioni e delle funzioni dello Stato da parte dei partiti.

Il partito Democratico denuncia una crisi democratica, ma ha una linea ondivaga e disponibile nei confronti di Berlusconi, perché non ha una visione chiara di dove vuole portare la democrazia italiana. Allo stesso modo, non ha nulla di interessante da dire sulla crisi economica, perché non è un centro di elaborazione delle idee, ma un apparato per la spartizione del potere. E Veltroni è il primo a soffocare il dibattito, accusando i membri del partito di “provocare divisioni” ogni volta che qualcuno tenta di avviare un dibattito o esprime una posizione critica.

Anche sulla questione morale, la posizione di Veltroni (Bindi, Letta) è inadeguata perché punta sull’etica individuale, invece che su una riforma dei meccanismi del potere. Il Partito Democratico non può permettersi un altro crollo alle elezioni europee prima di affrontare le questioni vere. Di questo passo, finiranno per distruggerlo.

13 commenti:

Fabio Scacciavillani ha detto...

FChe Veltroni sia una figura inadeguata, un uomo di potere spicciolo, abituato semplicmente a gestire mediocri spartizioni e senza nessuna idea di qualche rilievo, e' un fatto talmente evidente da essere persino imbarazzare ripeterlo ad ogni occasione.

Il punto e' come abbia fatto Veltroni ad assurgere ad un ruolo di leader nazionale. Qui entra in gioco la scarsa avvedutezza di chi lo ha eletto. Certo, come attenuante, bisogna dire che gli elettori delle primarie hanno ingerito, senza nemmeno accorgersene, ampie dosi di oppio televisivo e giornalistico che osannava Uolter, la sua modernita', la sua visione, laria fritta del Lingotto e persino le sue camicie.

Cio' non toglie che non rendersi conto della nudita' del re per piaggeria o per pigrizia mentale non evita le conseguenze, in questo caso un PD allo sbando, un consenso che evapora, una classe dirigente che appare sempre piu' come una masnada di zombies: aggressivi e pericolosi ma senza un cervello che funzioni.

gianmario ha detto...

Tre cose che vorrei fossero dette alla Direzione del 18, tre cosette da nulla per dimostrare coraggio di andare oltre la palude, la paura, il conformismo, i veti incrociati.
Tre cose per cambiare gioco e cambiare (un pochino) l'Italia, per spiazzare e innovare.
Chissà....?
La prima
I responsabili del PD - ma tutti - si dichiarino a scadenza. Possono scegliere: uno, due, tre anni al massimo. Poi stop, si dimettono da ogni incarico elettivo amministrativo o parlamentare e da ogni incarico di partito.
Dovrebbero così lavorare per fare crescere, rapidamente, una nuova classe dirigente, la gente c'è, i talenti non mancano, basta avere un buon motivo per valorizzarlo. Creiamo lo stato di necessità.
(Poi, dopo un annetto, se vogliono, si ricandidano e vediamo come va...)
La seconda
Occorre spezzare la cortina di ferro dell'informazione che vede quasi tutti allineati e le voci libere comunque condizionate e strozzate dalla mancanza di risorse.
Il PD proponga la vendita di due reti RAI (e delle altre appetibili commercialmente) e che la terza (e gli altri canali di servizio) viva solo di canone.
A ruota il PD proponga di imporre tetti alla raccolta pubblicitaria della televisione in favore della carta stampata, rovesciando le attuali percentuali.
La terza
I dirigenti del PD non hanno il diritto di dilapidare l'enorme patrimonio di speranza, passione, impegno, buonsenso, attenzione e fiducia che ha mosso chi ha votato alle primarie (le prime ancora più che le seconde), non possono permettersi di non essere conseguenti e non proseguire su quella strada. I dirigenti non possiedono il partito, non possiedono nulla, sono solo gli amministratori pro tempore del condominio. Agiscano con spirito di servizio, pronti a farsi da parte in ogni momento, abbandonino orgoglio e spirito di rivincita. Se in questo saranno sinceri sarà subito evidente, se non se la sentono lascino, il partito non ha bisogno di loro, l'Italia ancora meno.

Coraggio di cambiare la classe dirigente del partito, le regole del paese e, magari, il modo di essere "democratici".

Un abbraccio a PG

Gianmario

Master_Mind ha detto...

Il risultato elettorale in abruzzo, dimostra diverse cose.
La prima il modello costitutivo del PD è fallimentare, come si può pensare di fare un partito, imbarcando tutto ed il contrario di tutto ,a livello di ideali politici, la politica del "ma anche", il navigare a vista correndo dietro alle sirene che volta volta si sentono in lontananza, scollandosi totalmente dalla realtà Paese, il tutto fatto a tavolino...improponibile, e difatti come avveratosi, fallimentare, non è credibile il PD con questa linea politica, la questione morale, centra per carità, nessuno mette in dubbio che stiano facendo una bella figura, ma come si evidenzia il fatto che un'opposizione più dura, di principi, abbia pagato, prendiamo l'IDV, non per nulla ha raddoppiato i suoi consensi...
Cosa chiedere alla direzione, due cose mi vengono in mente molto rapidamente:

Dimissioni in blocco dell'attuale consiglio direttivo.
Allontanamento dei principali poteri occulti, Veltroni, D'alema, Fassino, Parisi etc... come riportato nel post di Gianmario, incarichi elettivi a tempo.

Subito una linea di paritito chiara e coerente, che tenga conto delle istanze della società civile, che è molto più avanzata ed evoluta della classe politica, (testamento biologico, diritti alle coppie di fatto etero/gay/lesbo)

Una presa di posizione chiara rispetto alle continue ingerenze vaticane su ogni singola questione.

Riavvicinamento alla terra, le istanze di lotta non devono più calare dall'alto, ma ripartire dalla base, bisogna ritornare alla realtà, basta con i vari intrallazzi con l'attuale maggioranza, alla ricerca di dialogo, non mi sembra che l'altra parte politica abbia tutta questa smania di dialogare, a meno che non gli si dica sempre si...

La questione economica, ripartiamo dal mettere i puntini sulle i ai vari "capitani coraggiosi" che prima piangon lacrime di coccodrillo per avere incentivi ed aiuti statali e poi delocalizzzano le produzioni in paesi low-cost, con conseguente danno al paese, quindi agevolazioni ed incentivi si senza riserve, ma alle imprese)Italiane/straniere) che riportano/aprono gli stabilimenti produttivi in territorio Italiano, e 0 incentivi per quelle che mantengono le produzioni all'estero.

Posizioni decise e precise in merito alle leggi vergogna e obbligo di dimissioni immediate per gli onorevoli o senatori che risultino indagati ed inquisiti.

Battersi contro lo scempio della scuola pubblica della ricerca e dell'università, raziionalizzare va bene, distruggere no.

Istituire delle consulte territoriali dove si ascoltino i reali bisogni dei cittadini, dove si tocchi con mano la realtà, all'interno dei palazzi d'oro la realtà è ovattata.

E per la miseria, come disse Moretti "Fate qualcosa di sinistra.." sinceramente sono stanco di sentire gli sproloqui di personaggi come la Binetti, della quale ancora non ho capito che fa nel PD) o di Rutelli, e simili... via libera ai giovani, l'esempio di Obama dovrebbe illuminare questi caporioni, il mondo è cambiato la società è cambiata, non possono continuare ulteriormente con la politica fatta negl'ultimi 50 anni, sono ormai anacronistici, dall'altra parte hanno le tv e sanno usarle, di qua abbiamo le idee e le energie per fare cose nuove, ma siamo impediti nel farle da usanza partitocratiche antidiluviane....

VOGLIAMO CAMBIARE, perciò dico
NESSUNO DEI SUDDETTI

Maurizio Rondina ha detto...

Dichiarazione odierna di Veltroni: "Ora passiamo al rinnovamento"... battuta a metà tra il pessimo gusto, e l' ilarità. Se fosse consapevole che lui non ha più 20 anni, equivarrebbe a dire "Mi ritiro dalla vita politica, e con me tutti gli altri dirigenti nazionali e locali del PD".. Inutile sbattersi, il marcio, caro Piergiorgio, non è recuperabile, deve essere solo spazzato via... il problema è che questi non hanno altro che possono fare nella vita per mantenere lo stesso lussuoso tenore di vita a cui sono oramai assuefatti, quindi stanno aggrappati con le unghie e coi denti ai loro scranni. Quanto a proposte da fare ti rigiro questa, che sto proponendo in varie sedi.

Proposta di legge parlamentare, o norma statutaria di partito, che stabilisce criteri di uscita automatica (pensionamento) dalla politica, come succede in qualsiasi altra attività lavorativa dell' uomo:

"Non può più ricoprire alcun incarico di partito, ne politico nella pubblica amministrazione, ne essere candidabile a qualsiasi consultazione elettorale, chi ha ricoperto già in passato cariche o incarichi politici, per la durata complessiva di 25 anni. Dopo quel limite si può solo tornare a fare militanza di base, e si è ineleggibili. Nel computo dei 25 anni, vengono inclusi le cariche elettive a tutti i livelli(dal parlamentare al consigliere di circoscrizione, comunale, provinciale, regionale, e sue emanazioni come comunita montane, ambiti territoriali, consorzi di bonifica, ex-municipalizzate, Aziende sanitarie, ecc.) e nominative in caso di partecipazione non elettiva (assessori, sottosegretari, consulenti, vice-ministri, portaborse, sovrintendenti, commissari, ecc.)

Il sogno sarebbe una legge dello stato, ma mi accontenterei diventasse norma statutaria anche di un solo partito.

corrado ha detto...

La questione morale esistente in Italia e perciò anche nel P.D. non può essere disgiunta dalla questione democratica del rispetto della legge e si potrà combattere solo con una sano ricambio, non nesessariamente generazionale, ma ricambio tout court (non è certamente l'età che conta).

Questo ricambio si può ottenere solamente mettendo e facendo rispettare, a tutti i livelli e senza eccezioni di sorta, un tetto massimo di durata per 2 legislature di tutti gli incarichi pubblici e di partito.

Solo così si passa dall'oligarchia della casta alla vera democrazia.

Se è vero che la politica, come affermò Paolo VI, è la massima espressione di Carità Cristiana tale servizio non può durare troppo a lungo pena l'immanente pericolo di perdere la gratuità necessaria ad esercitare tale nobile servizio.

Primarie vere, di partito o di coalizione, per scegliere le candidature importanti quali: sindaco, consigliere e presidente provinciale (cosa aspettiamo ad eliminare le province!!!), consigliere e presidente regionale, candidato alla Camera ed al Senato.

Riforma elettorale con collegi uninominali con l'abolizione delle preferenze, che sono solo una parvenza di democrazia e possono comportare però comportamenti illeciti, dati i sempre maggiori costi necessari per accapparrarsi la preferenza.

Gli italiani hanno già dimostrato sia nel 2005 che nel 2007 di essere sempre pronti e disponibili a partecipare numerosi, sconfiggendo di fatto quei tanti politicanti che hanno poca fiducia nella democrazia!

Questa è la vera questione etica da affrontare, tutto il resto: alleanze, programmi ecc. viene dopo.

RingraziandoTi per la disponibilità dimostrata ed augurandoTi di poter fare un buon intervento in Direzione, colgo l'occasione per augurarTi
Buon Natale.


Corrado Bertoncelli

Anonimo ha detto...

Caro Pier Giorgio,
questo è il link dove trovi i documenti che abbiamo inviato ai diversi livelli istituzionali per l'adozione della delibera sull'istituzione dell'anagrafe pubblica degli eletti: http://www.radicali.it/view.php?id=127859
Spero che il tuo condividere con noi questa iniziativa si traduca anche nella decisione da parte tua di iscriverti a Radicali Italiani o meglio ancora alla "galassia" radicale per il 2009. (http://www.radicali.it/iscrizione_2009.php)
A presto
Antonella Casu

Anonimo ha detto...

La questione morale esistente in Italia e perciò anche nel P.D. non può essere disgiunta dalla questione
democratica del rispetto della legge e si potrà combattere solo con una sano ricambio, non nesessariamente
generazionale, ma ricambio tout court (non è certamente l'età che conta).

Questo ricambio si può ottenere solamente mettendo e facendo rispettare, a tutti i livelli e senza
eccezioni di sorta, un tetto massimo di durata per 2 legislature di tutti gli incarichi pubblici e di
partito.

Solo così si passa dall'oligarchia della casta alla vera democrazia.

Se è vero che la politica, come affermò Paolo VI, è la massima espressione di Carità Cristiana tale
servizio non può durare troppo a lungo pena l'immanente pericolo di perdere la gratuità necessaria
ad esercitare tale nobile servizio.

Primarie vere, di partito o di coalizione, per scegliere le candidature importanti quali: sindaco,
consigliere e presidente provinciale (cosa aspettiamo ad eliminare le province!!!), consigliere
e presidente regionale, candidato alla Camera ed al Senato.

Riforma elettorale con collegi uninominali con l'abolizione delle preferenze, che sono solo una parvenza di
democrazia e possono comportare però comportamenti illeciti, dati i sempre maggiori costi necessari per
accapparrarsi la preferenza.

Gli italiani hanno già dimostrato sia nel 2005 che nel 2007 di essere sempre pronti e disponibili a partecipare
numerosi, sconfiggendo di fatto quei tanti politicanti che hanno poca fiducia nella democrazia!

Questa è la vera questione etica da affrontare, tutto il resto: alleanze, programmi ecc. viene dopo.

RingraziandoTi per la disponibilità dimostrata ed augurandoTi di poter fare un buon intervento in Direzione,
colgo l'occasione per augurarTi
Buon Natale.

Corrado Bertoncelli

Anonimo ha detto...

Non credo nella democrazia che mi si sta parando davanti, è solo fumo negli
occhi... come lo è anche l'elezione di Obama negli USA (non sono una
fanatica di Chomsky, ma non ha scritto per l'aspetto economico-finanziario
degli USA cose diverse da quelle che poi sono accadute).

Il mo pensiero per la questione della nostra Patria è che sia necessario
dare vita ad un Governo di Solidarietà Nazionale, come fu nel dopo guerra.

Non servono ora recriminazioni, sarà la Storia e dire la verità, che tutti
hanno lasciato che la barca andasse perché tanto gòi scogli erano lontani: è
capitato alla nostra generazione dovercisi incagliare.

Consideriamo la situazione per quello che è, guardiamoci attorno ed iniziamo
a lavorare con il piacere di farlo.

Questo periodo di crisi, che per la mia famiglia è duro--- mutuo--- può
essere anche il momento di ricominciare e non vorrei essere controcorrente,
ma sono per l'innalzamento tout court dell'età pensionabile, basta
discriminazioni favorevoli a noi donne, sono altre le formule che ci
interessano, basta con l'ampio spazio dato alle pantere grigie con le loro
rivendicazioni, l'Italia sembra un'ospizio con pochi addetti ala struttura e
servizi e molti ospiti che pretendono solo per sé... ma non hanno voglia di
proporre azioni per dare spinta alla nostra Nazione.

Io trascorro molto del mio tempo con le persone e avverto il gap
generazionale, purtroppo mi sembra che qui da noi essere Giovane significhi
essere imbecille, peccato che si è giovani fino ai cinquanta... peccato che
devi seguire gli anziani, che ti hanno tanto amato ed hanno fatto la guerra
ed hanno sofferto per il sindacato ed hanno sofferto perché illusi dalla
storia etc... a quali non puoi fare lo sgarbo di dirle loro di stare per un
po’ zitti, chè avere i capelli grigi non significa essere più saggi e che
esperienza non è sinonimo di intelliegenza.

Scusa caro Gawronski; il mio è uno sfogo apparentemente illogico, in realtà
lo spazio è poco per esprimere ciò che penso e sento, ho quasi cinquant'anni
me ne sento venti e sto bene con i giovani l'unica cosa è che mi dispiace
per loro perché capisco le loro frustrazioni, che sono state anche le mie, e
non vedio per ora alternative valide per uscire da questo avvitamento
mortificante delle idee e proposte.

Per quel che mi riguarda io con la sinistra ho chiuso e sto cominciando ad
apprezzare Prezzolini: se non fosse che ho una famiglia impegnativa ed il
mutuo, me ne sarei già andata da un pezzo ed è quello che consiglio quando
un giovane è pronto a partire, ma gli sembra di non avere la forza per
tagliare l'ultimo capo della gomena.

È triste constatare che la nostra Nazione la si ama di più quando si è
fuori, come le foto che ci mostrano la bellezza delle vacanze a posteriori:
il tempo rende i ricordi per quanto tristi e mediocri certamente bellissimi.

Saluti

Patrizia

Anonimo ha detto...

Non c'è a parer mio alcuna possibilità di competere con Berlusconi sul piano
della comunicazione.
Il PD deve rispondere con i fatti concreti: sono quelli che la gente capisce
e valuta.
Veltroni ha commesso un errore (a parer mio e secondo molti): quello di dare
una mano a Berlusconi, quando questi era isolato ed in difficoltà.
Errore che è costato molto, soprattutto a quegli italiani che credevano
nelle possibilità della sinistra.
Ma l'errore più grande è stato commesso con la politica governativa della
grande coalizione.
Errori (come l'indulto indiscriminato)che il centro destra ha saputo
evidenziare, e far risaltare.
Errori (come il conflitto d'interessi mai affrontato) che pesano ancora
oggi.
Se il consenso a DI PIETRO cresce è perché gli Italiani vogliono maggior
trasparenza, chiarezza e, soprattutto ONESTA'.
Siamo stanchi, di pagare i conti di politici incompetenti, di assistere a
litigi tra primedonne, di spendere soldi pubblici in opere che costano il
triplo che negli altri Paesi, di avere una giustizia che fa acqua da tutte
le parti, di vedere devoluti )leggi specati)contributi europei (pagati di
tasca nostra) a favore dei soliti noti.
E la lista sarebbe ancora lunga.
Gli Italiani vorrebbero che la Sinistra si rimboccasse le maniche e si
mettesse al lavoro.
Chi può farlo?
Secondo me è in grado di farlo, solo chi non è alle dipendentenze di
Berlusconi, chi non ha coniugi che lavorano in Mediaset, chi non ha legami
con le sue imprese, chi è LIBERO ed ONESTO
La risposta CHE TUTTI CERCHIAMO è nell'ETICA DI CHI DEVE GOVERNARE LA COSA
PUBBLICA.

La ringrazio e Le auguro buon lavoro.

Maria

Anonimo ha detto...

Sono giunto alla conclusione che debba essere innovato il metodo da applicare alla scelta dei candidati ad ogni livello, metodo che garantisca l'accesso a persone nuove e capaci, non figlie della burocrazia/gerontocrazia di partito; da applicare dappertutto a partire dai Comuni. Dare spazio alla intelligenza "altra", diversa da quella della nomenclatura, oramai spenta, incapace, spesso collusa con l'avversario o confusa dall'avversario.

Le persone, e non solo gli iscritti !, leggerebbero questo segnale , come apertura del sistema partito al mondo. Ti ricordo, ma già lo sai, che i sistemi chiusi hanno un solo destino: la terminazione. Questo è vero nei sistemi biologici, nel sistema Terra, nei sistemi "aziende", nei sistemi sociali, nell'economia. E' così evidente, anche storicamente, che solo le persone bulimiche di potere non lo vedono.

Renzo

Anonimo ha detto...

Caro Dr. Gawronski,
mi permetta un'osservazione su quanto Lei scrive: "Anche sulla questione morale, la posizione di Veltroni (Bindi, Letta) è inadeguata perché punta sull'etica individuale, invece che su una riforma dei meccanismi del potere". Quell'invece non mi piace. Occorre una riforma dei meccanismi di potere che deve essera governata dall'etica dei principi, degli obiettivi e degli uomini. Direi,quindi, che la questione morale deve puntare sulla riforma dei meccanismi di potere e sull'etica individuale, dalla quale, mi pare ovvio, non si possa prescindere.
Nicola R.

Anonimo ha detto...

Nei giorni scorsi, intenzionato a dire la mia, ho poi desistito, perchè quello che hanno scritto gli altri è così ovvio e lampante che sembra impossibile che la direzione del PD non se ne renda conto.

Temo che il problema sia che NON VOGLIONO agire in questo senso.

Quindi caro Piergiorgio scusami se non ho scritto niente per la direzione del PD, perché l'unica direzione che dovrebbero prendere
questi dirigenti che fanno fatica a dirigere loro stessi, figuriamoci gli altri, è solo
quella verso l'oblio definitivo.

Non dobbiamo avere il coraggio di cambiare, dobbiamo avere il coraggio di CREARE un NUOVO partito.

Anonimo ha detto...

Penso che il Pd sia partito con il piede sbagliato. Le sue due anime non credo abbiano avuto il tempo e l'opportunità di maturare un'esperienza di vita in comune e oggi aggiungono una contraddizione di fondo che è quella della questione morale che si può emendare in un solo modo: azzerando i vertici.
Cordialità
Riccardo Alfonso