venerdì 2 gennaio 2009

La povertà ci riguarda

[Questo pezzo è uscito sull'Unità di oggi]

Caro Segretario del PD,

dato che per diversi anni le nostre letterine a Babbo Natale e alla Befana sono rimaste deluse, quest’anno abbiamo deciso di scrivere a Te.

Siamo due esperti dei problemi del sottosviluppo, e come altri italiani abbiamo dedicato gran parte della nostra vita allo studio ed alla promozione dello sviluppo nel mondo. Siamo rimasti affascinati dalla gioia di popoli lontani, dal loro entusiasmo e dalla loro accoglienza. In questo inizio del 2009, mentre alcune regioni del mondo (Cina, India), hanno avviato un processo di crescita, in altre aree i problemi sono ancora gravissimi. Il 41 percento della popolazione africana sopravvive con meno di 1 dollaro al giorno. In Etiopia solo il 23% della popolazione ha accesso all’acqua potabile; in Sierra Leone il 30% dei bambini muore prima di raggiungere i cinque anni di vita; in Botswana si vive in media soltanto 35 anni, a causa dell’AIDS. Molti di questi esempi – pensiamo all’Afghanistan - dimostrano come, nel mondo globalizzato, i destini “nostri” e “loro” siano intimamente legati.

Secondo noi, grazie alle opportunità offerte dalle economie di mercato, i problemi della povertà globale sarebbero facilmente risolvibili: il problema è la volontà politica di organizzarsi.

In questo senso, la Cooperazione allo Sviluppo non è solo gestione dell’emergenza umanitaria o della povertà estrema. È soprattutto strategia ed azioni per favorire lo sviluppo equilibrato del mondo, in modo sostenibile e coerente. È quindi anche cura dei nostri interessi, grazie a politiche eque e sostenibili.

Ma in questo noi italiani impegnati “sul campo” soffriamo da tempo per il malfunzionamento della nostra Cooperazione allo sviluppo: finanziamenti minimi, strutture precarie - orientate alla gestione caso per caso più che ad una strategia coerente –, competenze scarse e spesso umiliate. E nessuna produzione di cultura politica per lo sviluppo: l’Italia non è quasi mai in gradi di proporre una filosofia né misure concrete sui temi centrali dello sviluppo, quali commercio e investimenti, mutamenti climatici ed ambientali, brevetti e tecnologie, migrazioni, politiche sanitarie, diritto all’acqua, ecc.

Servirebbe una Agenzia per lo Sviluppo autonoma, a proprietà mista, con un management di qualità, in grado di (1) promuovere politiche economiche coerenti nei “tavoli interministeriali” del nostro governo; (2) rafforzare e valorizzare le sinergie fra esperti, associazioni, enti locali, governo, imprese, università; (3) mobilitare e coordinare la generosità degli italiani.

Questa è la riforma promessa e sempre dimenticata dai leader di sinistra del passato (Prodi compreso). Ma noi vogliamo credere in Te. Per dare una mano ai nostri fratelli poveri non serve “andare in Africa”: sarebbe più utile mettere le cose a posto qui da noi. Il regalo che Ti chiediamo quest’anno, dunque, è una Tua promessa sincera. Quando vincerai le elezioni, impegnati davvero per realizzare una moderna riforma della Cooperazione allo Sviluppo, assieme alle alte competenze del settore ansiose di contribuire a risolvere questi problemi.

Grazie per l’attenzione,

PierGiorgio Gawronski staffgawronski@gmail.com
Carlo Pietrobelli, c.pietrobelli@uniroma3.it

5 commenti:

Anonimo ha detto...

parole sacrosante, ma che richiedono da parte della casta politica la volonta' di agire per il bene comune. Una situazione confusa, incerta permette sia spazi per manovre poco limpide sia la possibilita' di apparire. Volete mettere la ricaduta d'immagine di un viaggio in Africa con distribuzione di caramelle in villaggi Kenyoti rispetto al lavoro oscuro e poco visibile di riformare in modo coerente e razionale la struttura della cooperazione?
Vincenzo

Anonimo ha detto...

"Credere in te"? S
e si dedicasse alla cooperazione e allo sviluppo come si dedica alla democrazia interna del suo partito .... stiamo freschi! E lo vogliamo considerare ancora un interlocutore credibile????
Mariposa

Anonimo ha detto...

Non scambiare le "forme retoriche" per la sostanza. La situazione di stridente contrasto fra le cose dette e quelle fatte è talmente grave che non mi pare il caso di affondare i colpi. Eppoi chissà, io voglio incoraggiare le persone che mi stanno intorno, a fare quello che potrebbero fare. Infine, la lettera non è indirizzata a Veltroni, ma "al Segretario del PD": quello di oggi, quello di domani...
PierGiorgio G

Anonimo ha detto...

Non scambiare le "forme retoriche" per la sostanza. La situazione di stridente contrasto fra le cose dette e quelle fatte è talmente grave che non mi pare il caso di affondare i colpi. Eppoi chissà, io voglio incoraggiare le persone che mi stanno intorno, a fare quello che potrebbero fare. Infine, la lettera non è indirizzata a Veltroni, ma "al Segretario del PD": quello di oggi, quello di domani...
PierGiorgio G

Marco Wong ha detto...

le tue considerazioni sono assolutamente condivisibili, tanto da essere in realtà traversali.
Quindi, perchè tali tematiche devono aspettare fino alle prossime elezioni,al di là delle diverse sensibilità dei differenti schieramenti politici?