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La relazione di Veltroni (http://www.corriere.it/politica/08_dicembre_19/direzione_pd_veltroni_f145754c-cdaf-11dd-af32-00144f02aabc.shtml) ha introdotto importanti innovazioni programmatiche in materia di economia, welfare, contratti salariali, e per una "Legge sulla democrazia dei Partiti", che accolgono alcune idee per le quali ci siamo battuti da un anno in qua.
Ma è facile "aprire" sul programma quando si è all'opposizione. Il tema vero della riunione era il Partito Democratico, sul quale Veltroni fa un passo avanti e due indietro. Primarie aperte vere, funzionamento democratico degli organi del partito, apertura alle associazioni e alle intelligenze della società civile: su questi punti gli oligarchi del partito non hanno intenzione di aprire. Anche sulla questione morale prevale ancora una risposta "caso per caso", come se la corruzione non fosse figlia di un sistema e di una prassi di violazione delle regole che comincia nello stesso PD. Come se "un grande partito riformista" non avesse il compito di proporre una vasta riforma dei meccanismi del potere che generano la corruzione nel settore pubblico.
In questo quadro, un piccolo risultato politico c'è stato: in dieci abbiamo presentato la mozione qui sotto. E' forse l'embrione di una alternativa sia al "restiamo in mezzo al guado" di Veltroni, sia al "torniamo indietro" di D'alema. Peccato che, al momento del voto, sono rimasto il solo in Direzione a votare "no" alla relazione di Veltroni.
MOZIONE
È un momento difficile per il Partito Democratico e per il suo progetto. Le sue difficoltà si riassumono nella distanza fra le intenzioni di rinnovamento, democrazia, partecipazione alla base del progetto originario ed effettiva costruzione del partito dalle primarie del 2007 ad oggi. Chiediamo che oggi il PD riparta da quelle intenzioni, offrendo ai propri elettori garanzie capaci di ricostruire un rapporto fortemente compromesso: le persone affezionate alle sorti della sinistra in Italia si sentono travolte e spaesate e percepiscono come sempre piú ampia la distanza tra fiducia accordata un anno fa e immagine attuale del partito: apatico, inefficace, governato da egoismi e dissensi personali e di corrente. Non è questo il PD per il quale hanno votato, non è quello che doveva e deve essere. Il PD non deve essere un cappello di rinnovamento appoggiato su strutture, meccanismi e politiche ereditate da altri partiti, altre storie, altri tempi. Non deve essere un organismo ancora centralista e sempre meno democratico. Non deve essere la ripetizione di schemi anacronistici e perdenti. Se oggi c’è una questione morale nel PD, è quella di far bene, democraticamente, una politica di sinistra, raccogliendo il consenso degli elettori grazie a un progetto efficace e vincente: è la cattiva politica ad alimentare la corruzione, è quella buona a tenerla lontana. Per queste ragioni
Chiediamo una discussione sull’attuale governo del partito, attualmente affidato a due soli organismi (coordinamento e governo ombra) integralmente nominati dal segretario, però sulla base di spartizioni ed equilibri correntizi.
Chiediamo che sia rivalutata e utilizzata l’assemblea; e che eventuali modifiche allo statuto siano comunque discusse solo attraverso l’assemblea.
Chiediamo la democrazia interna, l’organizzazione e l’avviamento di strutture intermedie e territoriali. Chiediamo, cioè, che siano rispettati statuto e codice etico del PD, spesso violati o ignorati: organi (come questo) convocati senza ordine del giorno, in orari spesso insostenibili; conflitti d’interesse piccoli e grandi.
Chiediamo che sulla prossima scadenza elettorale –le europee– la volontà di rinnovamento e di costruzione di una nuova classe dirigente passi attraverso due scelte chiare e visibili:
1) Mantenere le preferenze, rifiutando qualunque modifica all’attuale legge elettorale tale da limitare la scelta dei candidati da parte dei cittadini.
2) Evitare pensionamenti eccellenti selezionando candidati giovani sulla base di competenze e capacità da mettere alla prova della politica europea.
Chiediamo che il PD resti fedele alla scelta delle primarie, che rinneghi le sventate marce indietro delle ultime settimane, garantendo forza e legittimazione popolare ai propri leader e candidati. In nome di questa legittimazione chiediamo a Walter Veltroni che trovino in lui condivisione e garanzia le nostre richieste, comuni ai molti che in questi mesi hanno cercato invano di riconoscere nell’immagine pubblica del PD e nelle sue scelte il progetto in cui hanno creduto e tuttora vogliono credere.
Mario Adinolfi, Giovanni Bachelet, Olga Bertolino, Cristina Comencini, Pier Giorgio Gawronski, Teresa Marzocchi, Nando Dalla Chiesa, Giulio Santagata, Martina Simonini, Luca Sofri
sabato 20 dicembre 2008
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4 commenti:
non ti conosco. ma se il tuo voto contrario voleva essere una richiesta di apertura del PD a una fase di confronto "vero" tra le varie anime del PD , sappi che hai la mia stima.
PS ti prego di non contattarmi in futuro per avere il mio voto se non si verificano le seguenti condizioni
1) le varie correnti si confrontano illustrando alla base la propria linea
2) la base sia chiamata a scegliere tra esse
3) chi ottiene il maggior consenso interno governi in base alla propria linea politica con rispetto di tutte le altre e della base tutta, fino alle politiche prossime
4) non ci siano scissioni ne giochetti di chi non ottiene il maggior consenso interno (vedasi la torre), con rispetto verso la maggioranza scelta e lealtà verso la base tutta, fino alle prossime politiche
Certo che il mio voto in Direzione era una richiesta di democrazia e apertura. Grazie per la stima: purtroppo in Italia c'è gente degna di stima, ma i media sono legati a doppio filo all'oligarchia politica e non fanno conoscere i potenziali Obama italiani. Condivido le tue idee, ma non , sia perché non so chi sei, sia perché non sono candidato a nulla. Ciao
ma non potrei chiedere il tuo voto, sia perché non so chi sei, sia perché non sono candidato a nulla. Ciao
Incredibile! finalmente un voto contrario in assemblea nazionale.
E' un fatto storico. Congratulazioni!
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