martedì 3 marzo 2009
7 Marzo: Il partito che vorrei
Il 7 Marzo a Roma, via S.Andrea delle Fratte 16, dalle 10 alle 17, gli "autoconvocati" del PD organizzano (noi con loro) una Assemblea Pubblica sul tema: "Il partito che vorrei: proposte per la partecipazione democratica nel PD".
Perché adesso, in questi tempi di crisi? Perché è importante?
La crisi economica sta investendo duramente metà della popolazione italiana (http://racconta.repubblica.it/mappa_licenziamenti_in_italia/risultatitotali.php). La gente chiederà una risposta concreta della politica. In campo, per ora, c’è solo quella di Berlusconi. Una risposta semi-autoritaria: controllo mediatico, decreti-legge, attacco ai delicati equilibri costituzionali e al principio della divisione dei poteri, controllo delle Autorità Indipendenti... Una risposta piuttosto corrotta: vedi il caso Mills, il Lodo Alfano, gli appalti ai parenti dei Ministri... Una risposta poco trasparente (dirigenza pubblica politicizzata), poco solidale (i soldi per i disoccupati non si trovano; per togliere l’ICI ai ricchi, sì), incompetente (Tremonti non è un economista perciò… disprezza gli economisti). Ma è pur sempre una risposta alla crisi. E’ la politica del fare, del giorno per giorno, senza una visione del futuro, tappa buchi… ma una politica.
L’alternativa? E’ quella di Obama. E’ la democrazia. Il primo giorno: Guantanamo chiusa, 150 decreti di Bush cancellati! La trasparenza di nuovo in primo piano, a garanzia della qualità di un governo per la gente - e non per gli interessi privati. Un team di economisti di alto livello. Una politica solidale (in Italia direbbero “demagogica”): stipendi dei manager limitati a 500.000$ l’anno; tasse sui ricchi per aiutare i disoccupati; ecc..
La democrazia è il più efficace dei metodi di governo per rispondere alle crisi. La democrazia crea qualità, merito, trasparenza, diritto, solidarietà, selezione e ricambio nella classe politica. La vera democrazia organizza le gerarchie della società in base alle competenze e alla vocazione di ciascuno, invece che in base alle cordate, alle mafie, e al criterio politico. Ma se qualcuno non mette in campo una alternativa democratica, per gli elettori l’alternativa non c'è.
La crisi del 2009-11 si affronterà con gli strumenti e i valori della democrazia, oppure cedendo quote di democrazia e di libertà al presunto “uomo forte” di turno.
Il “Partito Democratico” italiano dovrebbe logicamente seguire, come Obama, una linea di “restaurazione democratica”, con l’abolizione del criterio politico e la mobilitazione e valorizzazione delle migliori energie (anche intellettuali) del paese. La maggioranza degli italiani - e i suoi elettori in particolare - chiede questa politica, la invoca, la implora. Ma … come fai ad esprimere questa linea nel paese, se in casa tua, nel tuo partito, la democrazia la fai per finta? Anche per questo, gli elettori si sentono presi per i fondelli dal PD, e dicono: “Almeno Berlusconi non ci nasconde di essere una (simpatica) canaglia”, cioè da una sua risposta autentica, per quanto distorta, ai problemi e alle domande della gente.
Ecco perché il 7 Marzo noi diamo una prima risposta alla crisi e al declino del paese, alternativa a Berlusconi. La crisi ridefinirà – a partire dall’autunno prossimo - la democrazia italiana. Si aggraverà il regime partitocratrico (proposta Berlusconi), e con esso il declino e la gravità della crisi? Oppure i democratici metteranno in campo una proposta alternativa? Questa è la sfida. E' anche la nostra sfida.
Dicono che “stanno uccidendo il PD con l’ipocrisia”: l’assemblea del 7 Marzo avrà tanti difetti, ma non l’ipocrisia. Farà del bene al PD.
giovedì 26 febbraio 2009
DIMISSIONI!
C’è stato un regolare processo. C’è stata una sentenza. Un giudice ha stabilito che Silvio Berlusconi (tramite Bernasconi) ha corrotto un teste (Mills) affinché mentisse, in un processo a suo carico. Tanto basta! Il Primo Ministro si deve dimettere. In qualsiasi paese civile funziona così. In caso contrario, in qualsiasi paese civile l’opposizione avrebbe protestato.
Io Chiedo le Dimissioni di Silvio Berlusconi da Primo Ministro.
Silvio dice che è innocente. Benissimo, può darsi. La giustizia perfetta non è di questo mondo. Ma non vedo come e perché l’opinione pubblica possa accettare di essere governata da gente su cui pesano sospetti tanto gravi. Non mi interessa se “Silvio” è di destra o di sinistra, e non chiedo elezioni anticipate, non sono interessato alla conquista del potere per via giudiziaria: ci mettano un altro del Suo partito. Però se ne vada, o salta il principio di legalità; salta il rispetto delle regole della nostra comunità che garantiscono che ciascuno di noi rispetta il suo prossimo.
L’opposizione tace. Va bene la censura dei TG, ma l’autocensura proprio non mi va giù. Se non c’è un progetto –paese alternativo, basato sui principi costituzionali, la sinistra non esiste. Franceschini non ha nulla da dire?
Io Chiedo le Dimissioni di Silvio Berlusconi da Primo Ministro.
Silvio dice che è innocente. Benissimo, può darsi. La giustizia perfetta non è di questo mondo. Ma non vedo come e perché l’opinione pubblica possa accettare di essere governata da gente su cui pesano sospetti tanto gravi. Non mi interessa se “Silvio” è di destra o di sinistra, e non chiedo elezioni anticipate, non sono interessato alla conquista del potere per via giudiziaria: ci mettano un altro del Suo partito. Però se ne vada, o salta il principio di legalità; salta il rispetto delle regole della nostra comunità che garantiscono che ciascuno di noi rispetta il suo prossimo.
L’opposizione tace. Va bene la censura dei TG, ma l’autocensura proprio non mi va giù. Se non c’è un progetto –paese alternativo, basato sui principi costituzionali, la sinistra non esiste. Franceschini non ha nulla da dire?
lunedì 23 febbraio 2009
Una valutazione dell'Ass.Cost. del 21-2-09
Pubblichiamo un commento di una delegata che era presente sabato all'elezione di Franceschini
L'assemblea nazionale del PD
di MARILINA INTRIERI (DIREZIONE NAZIONALE PD)
Solo 1/3, i componenti eletti alle primarie del 14 ottobre, presenti oggi all’assemblea nazionale che ha votato Franceschini segretario, con pieni poteri, fino al prossimo congresso.
E gi altri? Ci sono ancora? Perché non sono venuti?
Questi interrogativi avrebbero dovuto oggi suggerire di andare alle primarie subito,per dare la parola al corpo elettorale,per verificare se ancora ci sono quei 3 milioni e mezzo di elettori che votarono per Veltroni (circa il 75% dei partecipanti)
Quante cose,da allora sono successe: crisi di governo,elezioni politiche anticipate,una pesantissima sconfitta elettorale,il progetto politico del PD che non è decollato.
Nell’assemblea nazionale odierna è rimasta latente,sullo sfondo, la vera questione politica che ha determinato l’addio di Veltroni.
Si sarebbe dovuto tornare ai cittadini e misurarsi su piattaforme politiche.
Invece,si è andato avanti a tutti i costi.
Si è, veramente in pochi, eletto un segretario che, già nel suo primo intervento ha riproposto gli errori di Veltroni; ha usato l’antiberlusconismo per cercare di galvanizzare i presenti.
Non si tratta di questo.
Ha fatto bene,quindi, Parisi a proporsi quale candidato alternativo;
Io ho votato per Lui; non ero assolutamente d’accordo a perpetuare un modus operandi che ci ha portato, con Veltroni alla sconfitta.
Senza confronto non c’è politica e senza politica non si può costruire alcun soggetto politico nuovo.
Era necessaria una discontinuità nella guida.
Franceschini, oggettivamente, è l’opposto.
Era necessario prospettare, ancora una volta, quel progetto dell’ulivo allargato, l’unico che, ogni volta, sia nel 1996 che nel 2006 ci ha fatto vincere. Avrebbe potuto farlo Parisi.
Veltroni, invece (quindi Franceschini), negando il collegamento alle altre forze di sinistra, alle ultime elezioni politiche, ha messo in discussione l’orizzonte politico per cui l’ulivo è nato.
Far votare oggi una striminzita rappresentanza degli elettori del 14 ottobre è un errore che potrebbe risultare fatale.
L’idea, per molti, è quella di un ceto politico che tenta di auto conservarsi nella consapevolezza di una sconfitta a lungo termine.
Tutto questo mentre il governo Berlusconi, piaccia o meno, va avanti dando risposte, condivisibili o meno, a quei temi che preoccupano gli italiani e le italiane a partire dalla sicurezza, dalla violenza sulle donne, giusto per citare gli ultimi provvedimenti
L'assemblea nazionale del PD
di MARILINA INTRIERI (DIREZIONE NAZIONALE PD)
Solo 1/3, i componenti eletti alle primarie del 14 ottobre, presenti oggi all’assemblea nazionale che ha votato Franceschini segretario, con pieni poteri, fino al prossimo congresso.
E gi altri? Ci sono ancora? Perché non sono venuti?
Questi interrogativi avrebbero dovuto oggi suggerire di andare alle primarie subito,per dare la parola al corpo elettorale,per verificare se ancora ci sono quei 3 milioni e mezzo di elettori che votarono per Veltroni (circa il 75% dei partecipanti)
Quante cose,da allora sono successe: crisi di governo,elezioni politiche anticipate,una pesantissima sconfitta elettorale,il progetto politico del PD che non è decollato.
Nell’assemblea nazionale odierna è rimasta latente,sullo sfondo, la vera questione politica che ha determinato l’addio di Veltroni.
Si sarebbe dovuto tornare ai cittadini e misurarsi su piattaforme politiche.
Invece,si è andato avanti a tutti i costi.
Si è, veramente in pochi, eletto un segretario che, già nel suo primo intervento ha riproposto gli errori di Veltroni; ha usato l’antiberlusconismo per cercare di galvanizzare i presenti.
Non si tratta di questo.
Ha fatto bene,quindi, Parisi a proporsi quale candidato alternativo;
Io ho votato per Lui; non ero assolutamente d’accordo a perpetuare un modus operandi che ci ha portato, con Veltroni alla sconfitta.
Senza confronto non c’è politica e senza politica non si può costruire alcun soggetto politico nuovo.
Era necessaria una discontinuità nella guida.
Franceschini, oggettivamente, è l’opposto.
Era necessario prospettare, ancora una volta, quel progetto dell’ulivo allargato, l’unico che, ogni volta, sia nel 1996 che nel 2006 ci ha fatto vincere. Avrebbe potuto farlo Parisi.
Veltroni, invece (quindi Franceschini), negando il collegamento alle altre forze di sinistra, alle ultime elezioni politiche, ha messo in discussione l’orizzonte politico per cui l’ulivo è nato.
Far votare oggi una striminzita rappresentanza degli elettori del 14 ottobre è un errore che potrebbe risultare fatale.
L’idea, per molti, è quella di un ceto politico che tenta di auto conservarsi nella consapevolezza di una sconfitta a lungo termine.
Tutto questo mentre il governo Berlusconi, piaccia o meno, va avanti dando risposte, condivisibili o meno, a quei temi che preoccupano gli italiani e le italiane a partire dalla sicurezza, dalla violenza sulle donne, giusto per citare gli ultimi provvedimenti
venerdì 20 febbraio 2009
Troncare e sopire
Questa Assemblea Nazionale convocata in fretta e furia per ratificare
le decisioni degli oligarchi rischia di produrre una transizione troppo lunga, perché gli elettori possano ancora dare una possibilità al PD. A meno di non servire allo scopo di dare davvero la parola ai cittadini, tramite primarie vere in Ottobre. Primarie vere significa elezione diretta del Segretario Nazionale da parte dei cittadini, senza delegati intermedi. Significa liste aperte. Significa par condicio televisiva. Significa arbitri imparziali.
le decisioni degli oligarchi rischia di produrre una transizione troppo lunga, perché gli elettori possano ancora dare una possibilità al PD. A meno di non servire allo scopo di dare davvero la parola ai cittadini, tramite primarie vere in Ottobre. Primarie vere significa elezione diretta del Segretario Nazionale da parte dei cittadini, senza delegati intermedi. Significa liste aperte. Significa par condicio televisiva. Significa arbitri imparziali.
mercoledì 18 febbraio 2009
Vogliamo Democrazia e Partecipazione
Sabato 7 Marzo a Roma, dalle 11 alle 17 circa, si terrà un incontro aperto al pubblico, per chiedere una svolta nel PD. L’incontro si terrà nella stessa sede nazionale del PD. Il tema è “Democrazia, partecipazione, e ‘primarie vere’ nel Partito Democratico”. Un terreno sul quale il PD ha disatteso molte promesse fatte.
Gli organizzatori sono diverse personalità, assieme a gruppi di “autoconvocati” del PD di tutte le origini e provenienze, che puntano a unire gruppi di base disposti a chiedere una reale, trasparente, facile partecipazione democratica dei cittadini italiani nel PD, e una apertura del partito alle competenze della società civile.
Il coraggio di cambiare
Grazie a Veltroni per quel che ha fatto per il Partito democratico. Le dimissioni gli fanno onore: è un atto di coerenza e di lealtà.
Ora più che mai, il PD deve ascoltare gli elettori: che chiedono innovazioni radicali. E' il tempo di uomini nuovi e democratici, vicini agli elettori, che non sono espressione di vecchie logiche di partito, credibili sul piano personale, competenti, con una visione chiara del futuro che vogliono proporre.
Un atteggiamento di mera prudenza a questo punto sarebbe pericoloso per il PD.
Noi diciamo "No" alla vecchia politica, "sì" alla partecipazione democratica. Suggeriamo che, dopo le dimissioni di Veltroni, le decisioni più urgenti vengano prese dall'Assemblea Nazionale Costituente da riunire a fine mese. Il partito deve scegliere un "reggente" ma con un attimo di respiro, non "sotto trauma". E deve aprire la strada a Primarie vere per la scelta di un nuovo Segretario, e per l'elezione di una nuova Assemblea, eletta con primarie aperte, piuttosto che percorrere la strada di un Congresso vecchia maniera che lasci fuori gli elettori e i cittadini comuni dalle scelte che contano.
Ora più che mai, il PD deve ascoltare gli elettori: che chiedono innovazioni radicali. E' il tempo di uomini nuovi e democratici, vicini agli elettori, che non sono espressione di vecchie logiche di partito, credibili sul piano personale, competenti, con una visione chiara del futuro che vogliono proporre.
Un atteggiamento di mera prudenza a questo punto sarebbe pericoloso per il PD.
Noi diciamo "No" alla vecchia politica, "sì" alla partecipazione democratica. Suggeriamo che, dopo le dimissioni di Veltroni, le decisioni più urgenti vengano prese dall'Assemblea Nazionale Costituente da riunire a fine mese. Il partito deve scegliere un "reggente" ma con un attimo di respiro, non "sotto trauma". E deve aprire la strada a Primarie vere per la scelta di un nuovo Segretario, e per l'elezione di una nuova Assemblea, eletta con primarie aperte, piuttosto che percorrere la strada di un Congresso vecchia maniera che lasci fuori gli elettori e i cittadini comuni dalle scelte che contano.
mercoledì 11 febbraio 2009
Manifestare per la Costituzione
Domani alle 18 a Roma, Pza S.Apostoli, il PD fa una manifestazione in difesa della Costituzione. Aderisce Idv. Parla Oscar L Scalfaro.
Mi va bene: nel mio intervento all'Assemblea Costituente del PD del Giugno 2008 dissi a un Veltroni sperduto - parafrasando il Bill Clinton del 1992: il problema ... "it's the Constitution, stupid!". (http://en.wikipedia.org/wiki/It's_the_economy,_stupid). E’ il problema dell'Italia: la nostra splendida Costituzione è violata, inattuata, non aggiornata: sto parlando dei nostri diritti ad inserirci nella società e a partecipare. E’ anche il problema del PD: diciamo di difenderla e (quando siamo al governo e abbiamo il potere di intervenire) non lo facciamo... e la gente si sente presa per i fondelli, da politici "magna magna", affamati di potere, che si sono posti al di sopra dei controlli e delle leggi, loro e le loro cordate; fino a mettere l'intero paese in ginocchio, fino a ridurre la democrazia italiana a un simulacro.
Ora manifestiamo un'altra volta per la Costituzione, come facciamo sempre quando la destra è al governo. Bene! Anch’io, vengo. Ma sia chiaro: il PD non sarà credibile finché non si impegnerà solennemente con gli elettori che - non appena al governo - restaurerà la democrazia CHE NON C'E' PIU', anche se il regime attuale (oligarchico e semi-autoritario --> http://www.carnegieendowment.org/publications/index.cfm?fa=view&id=1139) non è ancora né una dittatura né un regime totalitario. Il PD deve impegnarsi a ristabilire la legalità costituzionale, mettendo i politici e le loro cordate sotto controllo, ristabilendo il pluralismo dell'informazione, ridando ai cittadini il potere di scegliere o di mandare a casa i suoi rappresentanti in Parlamento, ristabilendo l'equilibrio fra il potere esecutivo (ormai abnorme) e gli altri poteri dello Stato (Parlamento, Magistratura, Autorità Garanti), "quorum" adeguati per le modifiche costituzionali anche in caso di leggi elettorali "maggioritarie", restaurando il criterio del merito invece di quello politico nella p.a, negli ospedali, nell’Università, tagliando i privilegi della casta politica e i suoi conflitti di interesse, i finanziamenti ai partiti, le leggi “ad personam”, ecc. ecc. Altro che politicizzare (persino) il CSM, caro Violante! Per recuperare la credibilità persa e vincere il "malanimo", la rivolta morale dei cittadini democratici, al PD non basta più neppure fare promesse (che pure ancora non riesce a fare, date le idee confuse e contraddittorie che lo guidano). Deve anche presentare proposte dettagliate, chiare, concrete, radicali, nette, coerenti, che non lascino spazio ai dubbi. E deve dare spazio - al suo interno - alle donne e agli uomini democratici capaci di farle camminare; gente che nella società civile ha studiato le soluzioni, ha una visione coerente del futuro che vogliamo, la competenza e la credibilità per realizzarle. In questo senso, considero la Conferenza Programmatica del 17 Aprile l'ultima possibilità che ha Veltroni per evitare una fine politica che rischia di coinvolgere anche il PD. Auguri!
Mi va bene: nel mio intervento all'Assemblea Costituente del PD del Giugno 2008 dissi a un Veltroni sperduto - parafrasando il Bill Clinton del 1992: il problema ... "it's the Constitution, stupid!". (http://en.wikipedia.org/wiki/It's_the_economy,_stupid). E’ il problema dell'Italia: la nostra splendida Costituzione è violata, inattuata, non aggiornata: sto parlando dei nostri diritti ad inserirci nella società e a partecipare. E’ anche il problema del PD: diciamo di difenderla e (quando siamo al governo e abbiamo il potere di intervenire) non lo facciamo... e la gente si sente presa per i fondelli, da politici "magna magna", affamati di potere, che si sono posti al di sopra dei controlli e delle leggi, loro e le loro cordate; fino a mettere l'intero paese in ginocchio, fino a ridurre la democrazia italiana a un simulacro.
Ora manifestiamo un'altra volta per la Costituzione, come facciamo sempre quando la destra è al governo. Bene! Anch’io, vengo. Ma sia chiaro: il PD non sarà credibile finché non si impegnerà solennemente con gli elettori che - non appena al governo - restaurerà la democrazia CHE NON C'E' PIU', anche se il regime attuale (oligarchico e semi-autoritario --> http://www.carnegieendowment.org/publications/index.cfm?fa=view&id=1139) non è ancora né una dittatura né un regime totalitario. Il PD deve impegnarsi a ristabilire la legalità costituzionale, mettendo i politici e le loro cordate sotto controllo, ristabilendo il pluralismo dell'informazione, ridando ai cittadini il potere di scegliere o di mandare a casa i suoi rappresentanti in Parlamento, ristabilendo l'equilibrio fra il potere esecutivo (ormai abnorme) e gli altri poteri dello Stato (Parlamento, Magistratura, Autorità Garanti), "quorum" adeguati per le modifiche costituzionali anche in caso di leggi elettorali "maggioritarie", restaurando il criterio del merito invece di quello politico nella p.a, negli ospedali, nell’Università, tagliando i privilegi della casta politica e i suoi conflitti di interesse, i finanziamenti ai partiti, le leggi “ad personam”, ecc. ecc. Altro che politicizzare (persino) il CSM, caro Violante! Per recuperare la credibilità persa e vincere il "malanimo", la rivolta morale dei cittadini democratici, al PD non basta più neppure fare promesse (che pure ancora non riesce a fare, date le idee confuse e contraddittorie che lo guidano). Deve anche presentare proposte dettagliate, chiare, concrete, radicali, nette, coerenti, che non lascino spazio ai dubbi. E deve dare spazio - al suo interno - alle donne e agli uomini democratici capaci di farle camminare; gente che nella società civile ha studiato le soluzioni, ha una visione coerente del futuro che vogliamo, la competenza e la credibilità per realizzarle. In questo senso, considero la Conferenza Programmatica del 17 Aprile l'ultima possibilità che ha Veltroni per evitare una fine politica che rischia di coinvolgere anche il PD. Auguri!
venerdì 6 febbraio 2009
La trappola del caso Englaro
Oggi mi sono imbattuto in una manifestazione contro Berlusconi sul caso Englaro: bandiere della CGIL e di Rifondazione, e altre... Slogan, grida. Ho pensato che su un tema così delicato, così misterioso come la vita, così intimo, con una famiglia che soffre sbattuta in prima pagina e tirata da tutte le parti, non me la sarei sentito, personalmente, di scendere in piazza a manifestare. Stessa cosa le manifestazioni per la vita attorno alla clinica dove è ricoverata la Englaro. Vorrei molto più raccoglimento, molta più riflessione, molto più ascolto, molta più umiltà di fronte al dolore e al mistero.
Anche perché Berlusconi attizza per farci dimenticare altri problemi, divide per imperare, provoca per suscitare le nostre reazioni (il più scomposte possibile) sul terreno che lui sceglie nel momento che lui sceglie. Una trappola. Il caso Englaro va avanti da mesi e anni, e solo ora ha deciso di affrontare il problema, con un Decreto Legge?!?
In questi mesi sto studiando il tardo impero (e Bisanzio). Ogni volta che un imperatore sollevava questioni religiose o etiche, l'opinione pubblica si infiammava e si divideva, lo stato si indeboliva, e i barbari facevano progressi... Non è saggio dividere in questo modo un paese in crisi. Capisco l'importanza della legge sul testamento biologico: ma c'è modo e modo.
Anche perché Berlusconi attizza per farci dimenticare altri problemi, divide per imperare, provoca per suscitare le nostre reazioni (il più scomposte possibile) sul terreno che lui sceglie nel momento che lui sceglie. Una trappola. Il caso Englaro va avanti da mesi e anni, e solo ora ha deciso di affrontare il problema, con un Decreto Legge?!?
In questi mesi sto studiando il tardo impero (e Bisanzio). Ogni volta che un imperatore sollevava questioni religiose o etiche, l'opinione pubblica si infiammava e si divideva, lo stato si indeboliva, e i barbari facevano progressi... Non è saggio dividere in questo modo un paese in crisi. Capisco l'importanza della legge sul testamento biologico: ma c'è modo e modo.
il PD ha ancora senso e speranza?
Camilleri propone una alleanza fra Di Pietro e i senza partito, alle elezioni Europee di Giugno, qui:
http://www.a.marsala.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3176:-camilleri-alle-elezioni-europee-una-alleanza-tra-senza-partito-e-di-pietro&catid=36:politica&Itemid=176
Ha ancora senso lavorare per e nel PD?
Quando non danno spazio a chi non viene dai vecchi partiti...
Quando il partito è gestito sulla base di meccanismi di partecipazione fintamente democratici, in realtà basati sulla cooptazionie...
Quando il progetto-paese che propongono è più vicino a quello semi-autoritario di Berlusconi che a quello di democratizzazione/meritocratico di Obama?
Io aspetto la Conferenza Programmatica di metà Aprile. Un Veltroni disperato ha una sola via d'uscita: adottare un programma radicale - per il paese e per il partito -, basato sul ripristino della democrazia. Aprire la strada non a vecchi, ma a nuovi leader è l'unico modo per salvare il PD, e uscire dignitosamente di scena. Lo farà?
http://www.a.marsala.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3176:-camilleri-alle-elezioni-europee-una-alleanza-tra-senza-partito-e-di-pietro&catid=36:politica&Itemid=176
Ha ancora senso lavorare per e nel PD?
Quando non danno spazio a chi non viene dai vecchi partiti...
Quando il partito è gestito sulla base di meccanismi di partecipazione fintamente democratici, in realtà basati sulla cooptazionie...
Quando il progetto-paese che propongono è più vicino a quello semi-autoritario di Berlusconi che a quello di democratizzazione/meritocratico di Obama?
Io aspetto la Conferenza Programmatica di metà Aprile. Un Veltroni disperato ha una sola via d'uscita: adottare un programma radicale - per il paese e per il partito -, basato sul ripristino della democrazia. Aprire la strada non a vecchi, ma a nuovi leader è l'unico modo per salvare il PD, e uscire dignitosamente di scena. Lo farà?
giovedì 29 gennaio 2009
La Conferenza Programmatica del PD
Stasera una nostra delegazione di alto livello ha incontrato il sen. Goffredo Bettini, coordinatore della Conferenza Programmatica prevista per metà Aprile. Ne è emerso quanto segue.
La Conferenza si concentrerà su tre grandi temi:
(1) Le ricette contro la crisi economica, e la ricerca di un nuovo modello di sviluppo (crescita; giustizia sociale; e politiche orientate al lungo termine);
(2) La dimensione Europea delle politiche;
(3) La Crisi Democratica in Italia (Riforma della giustizia e squilibri fra i poteri; Funzionamento delle istituzioni; Riforma elettorale e bipolarismo; la crisi democratica nei partiti, compreso il PD: cosa vuol dire fare "un partito nuovo"? Ecc.).
La Conferenza inizierà un venerdì mattina con 5 o 6 grandi gruppi di lavoro - in pratica delle vere assemblee -, continuerà il pomeriggio con le relazioni in aula dei relatori e il dibattito in plenaria, e si concluderà sabato mattino con la relazione finale di Veltroni, che presenterà la proposta del PD al paese.
La fase di preparazione inizierà all'incirca a fine febbraio, con una discussione in Direzione Nazionale di un documento preliminare di base, che verrà poi inviato per la discussione ai circoli e quindi alle Assemblee Regionali del partito. Chi ha delle proposte da avanzare cominci a prepararle.
mercoledì 21 gennaio 2009
Il mondo cambia... e noi?
lunedì 19 gennaio 2009
Primarie vere salva-PD
Il 28 Febbraio a Roma stiamo organizzando (assieme a Scalfarotto, Walter Gallo, Sofri, ecc.) una grande assemblea degli "autoconvocati del PD" provenienti da tutta Italia: per chiedere democrazia vera nel partito (incluse primarie vere).
Oggi su "Repubblica" Mario Pirani chiede "primarie vere" nel PD. Era ora che La Repubblica cominciasse a scaricare questa casta screditata di oligarchi, e i suoi metodi "democratici per finta".
Oggi su "Repubblica" Mario Pirani chiede "primarie vere" nel PD. Era ora che La Repubblica cominciasse a scaricare questa casta screditata di oligarchi, e i suoi metodi "democratici per finta".
venerdì 2 gennaio 2009
La povertà ci riguarda
[Questo pezzo è uscito sull'Unità di oggi]
Caro Segretario del PD,
dato che per diversi anni le nostre letterine a Babbo Natale e alla Befana sono rimaste deluse, quest’anno abbiamo deciso di scrivere a Te.
Siamo due esperti dei problemi del sottosviluppo, e come altri italiani abbiamo dedicato gran parte della nostra vita allo studio ed alla promozione dello sviluppo nel mondo. Siamo rimasti affascinati dalla gioia di popoli lontani, dal loro entusiasmo e dalla loro accoglienza. In questo inizio del 2009, mentre alcune regioni del mondo (Cina, India), hanno avviato un processo di crescita, in altre aree i problemi sono ancora gravissimi. Il 41 percento della popolazione africana sopravvive con meno di 1 dollaro al giorno. In Etiopia solo il 23% della popolazione ha accesso all’acqua potabile; in Sierra Leone il 30% dei bambini muore prima di raggiungere i cinque anni di vita; in Botswana si vive in media soltanto 35 anni, a causa dell’AIDS. Molti di questi esempi – pensiamo all’Afghanistan - dimostrano come, nel mondo globalizzato, i destini “nostri” e “loro” siano intimamente legati.
Secondo noi, grazie alle opportunità offerte dalle economie di mercato, i problemi della povertà globale sarebbero facilmente risolvibili: il problema è la volontà politica di organizzarsi.
In questo senso, la Cooperazione allo Sviluppo non è solo gestione dell’emergenza umanitaria o della povertà estrema. È soprattutto strategia ed azioni per favorire lo sviluppo equilibrato del mondo, in modo sostenibile e coerente. È quindi anche cura dei nostri interessi, grazie a politiche eque e sostenibili.
Ma in questo noi italiani impegnati “sul campo” soffriamo da tempo per il malfunzionamento della nostra Cooperazione allo sviluppo: finanziamenti minimi, strutture precarie - orientate alla gestione caso per caso più che ad una strategia coerente –, competenze scarse e spesso umiliate. E nessuna produzione di cultura politica per lo sviluppo: l’Italia non è quasi mai in gradi di proporre una filosofia né misure concrete sui temi centrali dello sviluppo, quali commercio e investimenti, mutamenti climatici ed ambientali, brevetti e tecnologie, migrazioni, politiche sanitarie, diritto all’acqua, ecc.
Servirebbe una Agenzia per lo Sviluppo autonoma, a proprietà mista, con un management di qualità, in grado di (1) promuovere politiche economiche coerenti nei “tavoli interministeriali” del nostro governo; (2) rafforzare e valorizzare le sinergie fra esperti, associazioni, enti locali, governo, imprese, università; (3) mobilitare e coordinare la generosità degli italiani.
Questa è la riforma promessa e sempre dimenticata dai leader di sinistra del passato (Prodi compreso). Ma noi vogliamo credere in Te. Per dare una mano ai nostri fratelli poveri non serve “andare in Africa”: sarebbe più utile mettere le cose a posto qui da noi. Il regalo che Ti chiediamo quest’anno, dunque, è una Tua promessa sincera. Quando vincerai le elezioni, impegnati davvero per realizzare una moderna riforma della Cooperazione allo Sviluppo, assieme alle alte competenze del settore ansiose di contribuire a risolvere questi problemi.
Grazie per l’attenzione,
PierGiorgio Gawronski staffgawronski@gmail.com
Carlo Pietrobelli, c.pietrobelli@uniroma3.it
Caro Segretario del PD,
dato che per diversi anni le nostre letterine a Babbo Natale e alla Befana sono rimaste deluse, quest’anno abbiamo deciso di scrivere a Te.
Siamo due esperti dei problemi del sottosviluppo, e come altri italiani abbiamo dedicato gran parte della nostra vita allo studio ed alla promozione dello sviluppo nel mondo. Siamo rimasti affascinati dalla gioia di popoli lontani, dal loro entusiasmo e dalla loro accoglienza. In questo inizio del 2009, mentre alcune regioni del mondo (Cina, India), hanno avviato un processo di crescita, in altre aree i problemi sono ancora gravissimi. Il 41 percento della popolazione africana sopravvive con meno di 1 dollaro al giorno. In Etiopia solo il 23% della popolazione ha accesso all’acqua potabile; in Sierra Leone il 30% dei bambini muore prima di raggiungere i cinque anni di vita; in Botswana si vive in media soltanto 35 anni, a causa dell’AIDS. Molti di questi esempi – pensiamo all’Afghanistan - dimostrano come, nel mondo globalizzato, i destini “nostri” e “loro” siano intimamente legati.
Secondo noi, grazie alle opportunità offerte dalle economie di mercato, i problemi della povertà globale sarebbero facilmente risolvibili: il problema è la volontà politica di organizzarsi.
In questo senso, la Cooperazione allo Sviluppo non è solo gestione dell’emergenza umanitaria o della povertà estrema. È soprattutto strategia ed azioni per favorire lo sviluppo equilibrato del mondo, in modo sostenibile e coerente. È quindi anche cura dei nostri interessi, grazie a politiche eque e sostenibili.
Ma in questo noi italiani impegnati “sul campo” soffriamo da tempo per il malfunzionamento della nostra Cooperazione allo sviluppo: finanziamenti minimi, strutture precarie - orientate alla gestione caso per caso più che ad una strategia coerente –, competenze scarse e spesso umiliate. E nessuna produzione di cultura politica per lo sviluppo: l’Italia non è quasi mai in gradi di proporre una filosofia né misure concrete sui temi centrali dello sviluppo, quali commercio e investimenti, mutamenti climatici ed ambientali, brevetti e tecnologie, migrazioni, politiche sanitarie, diritto all’acqua, ecc.
Servirebbe una Agenzia per lo Sviluppo autonoma, a proprietà mista, con un management di qualità, in grado di (1) promuovere politiche economiche coerenti nei “tavoli interministeriali” del nostro governo; (2) rafforzare e valorizzare le sinergie fra esperti, associazioni, enti locali, governo, imprese, università; (3) mobilitare e coordinare la generosità degli italiani.
Questa è la riforma promessa e sempre dimenticata dai leader di sinistra del passato (Prodi compreso). Ma noi vogliamo credere in Te. Per dare una mano ai nostri fratelli poveri non serve “andare in Africa”: sarebbe più utile mettere le cose a posto qui da noi. Il regalo che Ti chiediamo quest’anno, dunque, è una Tua promessa sincera. Quando vincerai le elezioni, impegnati davvero per realizzare una moderna riforma della Cooperazione allo Sviluppo, assieme alle alte competenze del settore ansiose di contribuire a risolvere questi problemi.
Grazie per l’attenzione,
PierGiorgio Gawronski staffgawronski@gmail.com
Carlo Pietrobelli, c.pietrobelli@uniroma3.it
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