mercoledì 15 ottobre 2008

Roberto Saviano

Roberto Saviano, autore di “Gomorra”, è sempre più minacciato dalla camorra. Da due anni vive semi-segregato, dentro un programma di protezione: non ne può più, e ha annunciato che lascerà l’Italia. La sua vicenda è emblematica del momento che sta vivendo il nostro paese: un paese che non ti lascia altre possibilità. O ti adatti, ti pieghi, ti lasci cambiare, o te ne vai. E’ quello che molti giovani come Saviano scelgono di fare. Giovani che vogliono vivere una vita vera, vogliono giocarsi le loro possibilità, creare qualcosa. Giovani che non vogliono vendere l’anima alle varie mafie e cordate (molte delle quali del tutto legali) che tengono in pugno l’Italia. Troppi eroi silenziosi richiede il nostro paese per restare a galla, troppi martiri, anche. Per questo è necessaria una svolta, una ondata di cultura della legalità, che vada oltre le associazioni criminali, e investa la politica (tutti i partiti sono illegali perché non rispettano l’Art,49 Cost.), la pubblica amministrazione (quasi tutta la p.a. è gestita in modo illegale dai partiti, che violano l’Art. 97 Cost.), il bilancio pubblico (tutti i bilanci degli ultimi 40 anni sono illegali, perché violano l’Art.81 Cost.), il sistema mediatico (l’assetto attuale è illegale, perché viola il principio del pluralismo e le norme europee). E’ tutto il sistema di potere, in Italia, che è fondato sull’illegalità, che soffoca la democrazia, l’economia, la qualità delle relazioni, e talvolta anche la vita degli italiani. Per questo ho sentito l’esigenza profonda di mandare anch’io, come tanti altri, un messaggio di solidarietà a Saviano.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Credo che Saviano non sia l'unico a voler lasciare il nostro Paese. Ormai l'Italia è divenuta una Terra senza regole, senza morale. La camorra è uno dei tanti mali che affligge la società in cui viviamo. Ogni giorno ci si sente minacciati dalla precarietà del lavoro e della vita, dall'indifferenza del Governo, che fa finta di non vedere le gravi problematiche cui debbono far fronte i cittadini. E poi, le numerose ingiustizie cui si assiste passivamente, basti pensare alle leggi "ad personam" del Ministro dell'Ingiustizia, pardon, della Giustizia, che per il resto degli italiani risuonano meglio sotto altra definizione: "contra personam". Anch'io vorrei andarmene in esilio, ma non ci sto a mollare, no. Forse non cambierà mai nulla, però mi rifiuto di pensare che l'Onestà debba chinare la testa al ricatto e alla grettezza di chi vuole uccidere, e non solo vite umane, ma anche la speranza. Però è proprio la speranza l'ultima a morire.
Silvia C.

PierGiorgio Gawronski ha detto...

Le iniziative di solidarietà con Saviano si moltiplicano: Questa è martedì a Roma: Mille voci per Roberto Saviano. Per informazioni vedi "Prossimi Eventi" su www.gawronski.org