L'O.d.g. era:
1) Relazione introduttiva di Dario Franceschini
2) La situazione politica
3) Varie ed eventuali
4) Conclusioni di W. Veltroni
Con un odg così vago, che discussione poteva nascere? Ogniuno è intervenuto sul suo argomento, la D.N. resta condannata all'irrilevanza. Come l'Assemblea Nazionale, di 2800 membri, che l'ultima volta non si è presentata per protesta in 2000 dei 2800 membri!. Il P.D. è in balia del al leaderismo veltroniano di stile berlusconiano. Il partito continuaa essere gestito dai "big" nei "caminetti" ad invito, vera struttura parallela del partito. E l'identità del partito non si sviluppa.
Per reagire a questa situazione, ho presentato una mozione articolata (55 righe, vedi sotto) sul tema delle riforme per la democrazia. (L'avevo già presentata in Luglio, ma Veltroni mi aveva chiesto di ritirarla e ripresentarla alla D.N. successiva). La sera prima della D.N. mi arriva una telefonata a nome di Veltroni: preghiera di ritirare la mozione, pare per non ingolfare la discussione con questioni troppo specifiche. Mi dichiaro disponibile a venire incontro alle esigenze del Segretario, e alla D.N. presento una mozione ridotta alle seguenti asettiche 5 righe:
La direzione nazionale del p.d. da mandato al s.n. di creare un gruppo di lavoro sulla democrazia italiana, composto da persone competenti, che lavori per presentare alla direzione del partito le opzioni strategiche per il rafforzamento della democrazia, recependo a questo fine le mozioni presentate in questa direzione nazionale e i documenti inviati entro il 14 ottobre da membri della direzione nazionale. La D.N. chiede al S.N. di relazionare sui risultati del gruppo di lavoro entro il 30 novembre.
Iil senso è: "Fate funzionare gli organi del partito. Lasciate che entrino nel merito dei problemi, e che diano indicazioni precise al S.N.. Aprite un cantiere per la costruzione di un progetto-paese coinvolgendo le competenze del paese. Si può cominciare subito, senza aspettare i tempi della burocrazia PD (la "Conferenza Programmatica": anche perché un singolo evento non risolve). Cominciate dalla democrazia: serve a dare sostanza alle recenti interviste (finora di mera denuncia) di Veltroni". Ho tolto tutti i contenuti di merito.
Chiedo a Veltroni di metterla in discussione, altrimenti ci sarebbe "un problema democratico nel partito". Mi risponde ok, che la mette in discussione.
Passa tutta la giornata, tutti intervengono, e... niente. Finiti gli interventi, Veltroni si alza e fa la sua relazione conclusiva. Finisce, applausi, la gente si alza e se ne va. Franceschini prende il microfono nella confusione e dice: "ancora un attimo, c'è una mozione presentata da Gawronski. Credo che possiamo recepirla... nella Conferenza Programmatica"! Senza commenti.
Nelle sue conclusioni Veltroni ha comunque accettato di organizzare una consulta per l'immigrazione.
P.S.: Veltroni ci ha anche mandato un messaggio al Convegno del 4 Ottobre. Cito un brano:
"... il rischio è che finisca col sembra fatale lo scivolamento verso un fastidio per i vincoli, per le regole, in nome di un'efficacia a prescindere. E' il terreno più facile per la destra, soprattutto per quella italiana, che è nata e che si sviluppa a partire da una enorme concentrazione del potere e da un anomalo conflitto di interessi.
Guai, però, se noi ci presentassimo a questo appuntamento solo con vaghe recriminazioni, con un'attenzione esclusiva ai contrappesi, magari identificandoli con ricette passate, con nostalgie per fasi passate della storia della Repubblica."
-------------------------
Testo della LETTERA DI PRESENTAZIONE e della MOZIONE COMPLETA inviata il 2 ott. ai membri della Direzione Nazionale del P.D.
Si tratta della prima Mozione presentata alla Direzione del Partito Democratico. Ho qualche dubbio, però, che passerà alla storia...
LETTERA DI PRESENTAZIONE
Cari amici e colleghi della Direzione Nazionale del P.D.,
Vi allego una proposta di mozione che vorrei sottoporre alla Vs attenzione in occasione della prossima riunione della direzione nazionale del partito del 3 Ottobre.
Non so se questa sia la procedura corretta o migliore, ma vorrei discutere con Voi la posizione del partito sulla democrazia italiana. Non mi dispiacerebbe neppure che un organo così importante del Partito - come la Direzione Nazionale - desse un segno di vita, esprimendosi su un punto importante. La prima forma di identità, infatti, quella fondamentale, riguarda i meccanismi e la prassi della democrazia interna. La presentazione di una mozione consente di sottolineare che la Direzione va convocata non solo per ratificare linee politiche già decise altrove, ma che essa intende svolgere un ruolo attivo nelle scelte cruciali.
La mozione che Vi presento è stata a lungo meditata con gli esperti del ramo, ed esprime alcune delle proposte che saranno illustrate e dibattute al Convegno del 4 Ottobre “Verso la Conferenza Programmatica del PD”, in via S.Andrea delle Fratte a Roma, di cui spero avete già avuto notizia. Il senso è: schierare il partito in maniera non equivoca, credibile, nel campo della democrazia liberale.
Come sapete, l’intervista di Veltroni domenica scorsa sul Corriere della Sera ha riacceso le speranze e i cuori di una larga parte del nostro elettorato, già ferito dalla scarsa reattività del governo Prodi sul terreno democratico, dall’indulto “salva-Previti”, dallo “spacchettamento” delle istituzioni, dall'inerzia sul conflitto di interessi, dalla scarsa reazione di fronte alle “leggi ad personam” varate nel 2002-05, dal mancato ampio coinvolgimento delle competenze della società nella progettazione delle politiche governative.
L’intervento di Veltroni, tuttavia, è stato interpretato negativamente da una parte dei commentatori (p.es. Pierluigi Battista sul Corriere). Dal lato degli entusiasti alcuni, ripensandoci, hanno ricominciato a dubitare che Veltroni – il PD - intenda fare sul serio. Credo che bisogna rispondere con i fatti, e che la Direzione Nazionale debba fornire al S.N. un supporto politico e di merito ampio e compatto.
In primo luogo, la posizione di Veltroni è sembrata a taluni solo “negativa”: una polemica priva di proposte costruttive. Dobbiamo invece di dimostrare che:
- Il PD sta costruendo un progetto positivo per il paese: avanzando proposte concrete all’interno di una visione ampia e coerente, a partire dal rafforzamento della democrazia.
- Il PD ha un progetto progressista e modernizzatore, non conservatore e nostalgico.
- Il PD vuole unire il paese, non dividerlo: e solo all’interno dei valori della Costituzione può esserci un “riconoscimento reciproco”.
In secondo luogo, l’intervento di Veltroni è apparso ad alcuni strumentale, per riunire le diverse opposizioni in un unico fronte “anti”: il contrario della vocazione maggioritaria, della definizione di una chiara identità del PD, del rifiuto delle alleanze basate sull’ “anti”(berlusconismo) anziché su un progetto-paese. Un PD dunque tacciato di incoerenza, che si prepara a inseguire la CGIL in uno scontro sociale “pretestuoso e corporativo” sui contratti. Che soffia sulla protesta della scuola, sulla piazza (il 25 Ottobre).
Credo che bisogna reagire a questa narrazione con argomenti seri. L’errore più grave sarebbe di restare in mezzo al guado: la posizione strategicamente più scomoda. Occorre invece, io credo, fare quei passi che ci portino sull’altra sponda.
Riconoscendo che:
- non è solo la destra responsabile del declino della democrazia; anche noi lo siamo stati; ma noi vogliamo cambiare, invertire il trend. Così cade la tesi dell’ uso “strumentale” dell’argomento “democrazia” per attaccare la destra.
- la democrazia non è semplicemente “a rischio”; secondo noi è anche già molto deteriorata. Lo sono le sue istituzioni, le regole, la cultura civica. Perciò il PD non risponde solo con un “no” a una visione anti-costituzionale della destra, ma propone un progetto alternativo, per la democrazia, che è fortemente innovativo, atto a uscire dalla crisi. Quindi cade la tesi dell’obiettivo del “rassemblement indistinto”.
Occorre dire che le istituzioni democratiche, amministrative, e del settore pubblico (vedi RAI) che assieme fanno la governance democratica del paese sono al cuore del declino italiano; per questo ci interessano. Che non siamo preoccupati per i diritti e le prerogative del PD, ma per il paese. Occorre spiegare che noi abbiamo un piano per risanare lo stato democratico. Il rif.to alla Costituzione non è un “tornare indietro” - è un “andare avanti” - solo se si riconosce che oggi è disapplicata e violata in molte sue parti fondamentali[1]. La Costituzione è un antidoto contro chi vuole politicizzare tutto: come fa la destra. La direzione giusta quindi non è continuare a disapplicarla e attaccarla, è ritrovare un progetto di convivenza comune a tutti gli italiani ritornando ad applicarla, contro gli interessi particolari che negli anni ne hanno sgretolato la sua vigenza.
Non si può denunciare una crisi democratica e poi prescrivere solo la vitamina C. Occorre essere conseguenti e proporre un “piano di risanamento e consolidamento” adeguato alla diagnosi: pena la perdita di credibilità[2]. Questo è quello che ci manca per uscire dal guado “in avanti”.
Vi ringrazio per l’attenzione, e spero in un confronto aperto e sereno, venerdì. In fondo, è bello – per dei democratici - difendere assieme la democrazia.
PierGiorgio Gawronski
1 Ottobre 2008
[1] Non facciamo rif.to agli articoli programmatici relativi agli aspetti sociali, pur importantissimi, perché altrimenti indeboliamo l’argomento e facciamo confusione. Stiamo parlando della democrazia partecipativa e liberale
[2] Come nel 1922: democratici “inetti” era il termine usato.
MOZIONE
Alla Direzione Nazionale del Partito Democratico del 3 Ottobre 2008
“Rafforzamento della Democrazia”
Nella prospettiva - tutt’ora incerta - dell’avvio di una fase di dialogo fra le principali forze politiche sulle riforme istituzionali, con l’obiettivo di offrire la maggiore chiarezza possibile al paese e alle controparti, la Direzione Nazionale ritiene opportuno evidenziare qui di seguito alcune priorità del Partito Democratico tese a salvaguardare e rafforzare la democrazia in Italia. Chiede inoltre al S.N.: (a) di costituire – in accordo con la Direzione Nazionale – un gruppo di lavoro di persone qualificate, con il mandato di precisare le indicazioni qui presentate; (b) di presentare alla Direzione Nazionale una relazione sulle opzioni riferibili alle linee qui sotto indicate entro il 30 Novembre; (c) di condurre qualsiasi eventuale trattativa sulle riforme istituzionali subordinando il rafforzamento del potere esecutivo al rafforzamento dei c.d. check and balance, della separazione e dell’autonomia degli altri Poteri dello Stato, e all’equilibrio democratico.
Per quanto riguarda la messa in sicurezza della Costituzione, il Partito Democratico propone:
a) di alzare i quorum per le modifiche di tutta la Costituzione, soprattutto in caso di passaggio a un sistema elettorale maggioritario. (In questo ultimo caso, si dà mandato al S.N. di esplorare, in alternativa, altri meccanismi istituzionali innovativi che limitino la possibilità di aggirare i “quorum” dell’Art.138 Cost. con una Legge elettorale ordinaria).
b) di sanare la svista del Costituente, emersa con chiarezza nel 2006, che impedisce alla Corte Costituzionale di valutare l’ammissibilità dei referendum costituzionali (soprattutto per quanto attiene al rischio di quesiti non univoci o non chiari).
Per quanto riguarda l’attuazione della Costituzione nelle parti che stabiliscono i fondamentali diritti civili e di libertà dei cittadini, si chiede al S.N. in particolare:
c) di ribadire che la mancata attuazione dell’Art. 49 Cost., là dove prevede la democrazia nei partiti, è un problema democratico per noi rilevante; di studiare la fattibilità di una Legge di attuazione dell’Art.49 Cost. (p.es. sul modello tedesco); di studiare la possibilità dell’introduzione delle elezioni primarie per Legge per alcune cariche elettive; di ribadire che, nelle condizioni attuali, la difesa delle “preferenze” (e la possibilità per il cittadino di scegliersi i suoi rappresentanti in Parlamento) è un punto strategico e non negoziabile per il P.D..
d) di riportare all’attenzione generale che la diffusa violazione di parti importanti dell’Art.97 Cost. è un problema democratico per noi rilevante. Si dà quindi mandato al S.N. di studiare un pacchetto di proposte atte a ristabilire il merito e la terzietà della Pubblica amministrazione.
Per quanto riguarda l’aggiornamento della Costituzione e delle sue leggi di attuazione, si chiede al S.N. di valutare e riferire su:
e) L’opportunità di rafforzare significativamente i poteri di controllo e garanzia del Capo dello Stato, in caso di dubbi sulla costituzionalità di nuove leggi; e - dopo un primo rinvio al Parlamento – in caso di reiterazione -, la facoltà per il Capo dello Stato di appellarsi alla Corte Costituzionale.
f) L’opportunità di ampliare la possibilità di interventi dell’Alta Corte “in via principale”.
g) L’attribuzione al Capo dello Stato di una facoltà di controllo preventivo sull’esistenza dei “requisiti di necessità ed urgenza” nei decreti legge.
h) L’opportunità di inserire nella Costituzione il principio dell’autonomia delle Autorità Garanti della concorrenza.
Per quanto riguarda l’indipendenza della Magistratura, la Direzione Nazionale del Partito Democratico ribadisce la sua ferma opposizione a qualsiasi tentativo di politicizzare il CSM e la Corte Costituzionale, e invita tutte le forze politiche a concentrarsi sul problema della eccessiva durata dei processi e sull’efficienza del sistema giudiziario.
Si chiede infine al S.N. di valutare se il P.D. non debba reagire costruttivamente - in un’ottica di prevenzione -, all’emergere dell’evidenza di un crescente numero di violazioni dei diritti umani, a partire dal 2001 in poi, valutando in particolare l’opportunità di dare mandato ai gruppi parlamentari di proporre in sede legislativa:
- il numero identificativo sul casco delle forze dell’ordine,
- il divieto verso chiunque di impedire riprese e foto (salvo nei casi previsti dalla Legge),
- una procedura amministrativa sanzionatoria, e/o l’aggravante per i pubblici ufficiali in caso di procurate lesioni e maltrattamenti; una legge che punisca severamente la tortura.
8 commenti:
Terrificante e istruttivo al tempo stesso. Il senso della vita democratica manca anche all'interno del Pd. Nel senso che il Pd è parte del problema generale dello svuotamento degli istituti democratici italiani. E' dura e difficile la situazione. La democrazia è sempre più conquista di lotta politica.
carissimo piergiorgio,
visto che passavo di qui... :-)
siamo sempre all'interno della strategia: il partito ci sodomizza? restiamo pure a pecorina, ma stringiamo forte le chiappe così non se la godono tanto!!
mi scuso per l'immagine popolaresca, ma la trovo icastica, che ce vuo' ffa?!
oggi ci sono due realtà politiche c.d. democratiche: da una parte il partito: "noi i democratici", ormai del tutto autoreferenziale, lideristico (con un lider maximo in sedicesimo, oltretutto, un vero loser), anzi liederistico: il leader ha un concetto di democrazia da romanza - un partito tra l'altro in aperta connivenza con la maggioranza pur di sopravvivere come opposizione-ombra (in parlamento; in piazza poi, parole in libertà, bisogna pur guadagnarsi il consenso); dall'altra parte un movimento democratico, il cosiddetto popolo delle primarie (non vuol dire niente, ma per intenderci), eterno illuso e disilluso.
lasciamo perdere la lezione di bobbio, o le analisi di crouch, ma credi davvero che noi dobbiamo davvero continuare a preoccuparci di quei furbetti del partitino?
che ne abbiamo voglia?
di presentare mozioni, appelli, petizioni?
ancora?!
di giocare al gioco delle belle statuine democratiche?
di clienti/votanti/militanti dei franchisee del pd?
goditela, se ci riesci o se ci vedi un costrutto, nel tuo esecutivo, direttivo, concistoro nazionale, e combatti a spadino tratto per la democrazia!
con democratici così, prepariamoci ad un bel decennio berlusconiano.
e silvio non vi dirà mai nemmeno grazie, credimi.
mai.
con immutata stima
angelo
p.s youdem.tv è la tv dei giudei democratici? e cercare altri copy :-)
Caro Angelo, i dubbi che hai li ho anch'io costantemente. Ma in una situazione del genere è facile produrre commenti cinici, più difficile provare a fare qualcosa. Ogi sono stato con Di Pietro a promuovere un referendum: spero che contribuisca ad aprire una discussione sulla nostra democrazia
sacrosanto.
vai avanti così, concedici però non ci sei solo tu che stai provando a fare qualcosa.
ognuno nel suo, ovviamente, anche nel suo piccolo.
senza però concedere nulla ai furbetti del partitino.
grazie comunque dell'attenzione
angelo
... comunque, questo muro di gomma non esiste solo al sommo della piramide, è molto efficiente anche agli altri livelli della piramide.
dove è impossibile che le istanze di rinnovamento e democratizzazione trovino ascolto e risposta.
naturalmente nessuno le respinge, anzi! però...
storia vecchia.
i circoli, per esempio, sono in gran parte in mano ai vecchi militanti "usi a obbedir tacendo", i giovani sono già selezionati attraverso una trafila e spesso sono peggio dei vecchi, che almeno avevano degli ideali: questi sono tosti e rampanti.
è il modello del partito in franchising, ok, niente di nuovo ma...
ma... che fare allora?
ci dobbiamo rassegnare a che una democrazia sostanziale (non di facciata), sia eclissata? ad un vero e proprio regime bipartitico simil-democratico con una destra che comanda ed una sinistra recessiva che fa l'opposizione ombra?
qui non è questione di destra o sinistra, qui è questione della sopravvivenza della democrazia operante.
della democrazia costituzionale.
vogliamo diventare come gli stati uniti dove ormai si fanno le guerre sulla base di false flag, e il congresso approva i provvedimenti di urgenza sotto la minaccia dell'istituzione della martial law?
allora cosa ci suggerisci?
cosa possiamo fare qui, alla base?
ai circoli tolgono pure le risorse finanziarie (es: del tesseramento ci resta solo il 20%: è un'incongruità),e quale radicamento sul territorio si può allora perseguire senza risorse e senza argomenti?
la destra è stravincente: nel nord, lega ben radicata nella società; mentre i forzisti spadroneggiano nelle conventicole del potere.
dunque?
dobbiamo continuare a presentare appelli, mozioni eccetera?
beh, noi qui non sappiamo davvero che pesci pigliare; io per l'intanto non mi sono tesserato e con me altri che conosco, devo dire i più lontani dalla società politica, i più sinceramente impegnati della società civile.
qual è la strategia, allora?
aspettiamo, lumi se ci sono.
ci sono?
ehi, voi del pd, c'è qualcuno lassù che ci ama?!
angelo
Caro Angelo, "che fare" è IL problema di questi giorni. (Se lo sono posti in passato molti rivoluzionari). Stiamo riflettendo intensamente. Il problema è che noi tutti (non solo io, certo!, ci mancherebbe) lottiamo contro degli apparati che saranno sempre vincenti, in quanto sono uniti, cioè sono apparati (che uniscono tanta gente) mentre noi siamo costantemente divisi. Io cerco di costruire ponti (Ad es. tra Idv e PD), unità, rispetto e solidarietà con TUTTI quelli che si battono per la democrazia, il buon governo, e il rilancio del paese.
Occorre una strategia: anche della nostra associazione. Ci stiamo lavorando.
Ma tu dove vivi? Con i tuoi amici potresti partecipare a questa riflessione? Avete idee in proposito?
al "che fare?" lenin aveva dato una risposta pragmatica, informata ad una strategia coerente ed efficace - dal suo punto di vista, ovvio.
la sua presa di posizione, innanzitutto, contro gli "economicisti" (cosa molto attuale), ed il rifiuto di dormire nello stesso letto con un nemico dichiarato che approfitta di ogni occasione per sodomizzarti.
coerenza insomma e non ambiguità tatticistica ed opportunista.
io non sono mai stato comunista, a differenza di veltroni, e non lo sono neppure stato negli anni da universitario nei quali a non esserlo si rischiava di essere sprangati.
oggi siamo di fronte ad una sfida però: non è per l'avvento del comunismo, ma per il salvataggio di quel che resta della democrazia operante.
destra e sinistra (cioè la destra-ombra) oggi lavorano contro la democrazia, per una bieca oligarchia "economicista".
dobbiamo toglierci questi occhiali oscurati dalla disinformazione, e cambiare del tutto visione, persino accettando di essere antisistemici nel momento stesso in cui si lavora in favore della democrazia (mentre di fatto sarebbero invece loro, in una democrazia, ad essere antisistemici).
basti vedere gli scenari globali: dovunque si stanno formando patenti governi autoritari se non totalitari, antidemocratici ma occultati dietro lo schermo di una democrazia formale.
cina, russia, india, usa (e vedremo come va a finire, ma certo rivoluzioni non ce ne saranno), i paesi islamici, ma anche l'europa, per quel che conta.
tutti espressioni di oligarchie finanziario-militari o finanziario-religiose, secondo i punti di vista.
europa ed italia compresa.
questa è già una bussola per orientare il che fare.
dentro il partito democratico, se possibile, ma soprattutto fuori del partito democratico, nella società civile, quella che vuole partecipare alla democrazia.
lavorare cioè per un partito aperto e di tutti, partecipato dal basso, contro un partito del leader e della vecchia oligarchia partitesca (il problema non è l'età media, se i giovani sono altrettanto vecchi di testa).
questi concetti li ripetono anche gli oligarchi del pd ad ogni piè sospinto, quindi per prima cosa necesse est sbugiardarli.
ne avresti voglia tu?
con i rischi che comporta?
per ciò spiazzare berlusconi&C, non cercare di vincerlo sul suo campo, una idea insensata e fallimentare.
per superare il partito-bunker ci vuole l'offerta di un partito assembleare, in campo aperto.
dove l'dea di rappresentanza politica abbia un senso.
mi dispiace, ma il problema oggi non è "il buon governo, e il rilancio del paese", magari.
allarghiamo gli orizzonti!
orbene, dici la nostra associazione
sta lavorando ad una strategia... ad una strategia o a un insieme di tattiche?
qual è questa "nostra associazione" di cui parli? a noi non risulta, non ne sappiamo niente.
io e i miei quattro gatti di amici siamo gente che ha sperato nel pd, anche senza illuderci, realisticamente, ci si sarebbe accontentati; ma mai avrebbe creduto che si sarebbe caduti così in basso.
mai soprattutto avrebbe creduto che il pd si riducesse a fare da spalla al pdl, a fargli da puntello.
credo che un governo così inetto, che avesse fatto tante cappelle, tanti pasticci, come quello attuale, in qualsiasi altro paese europeo sarebbe caduto da solo.
resta in piedi grazie alla (non)opposizione.
noi di idee ne abbiamo, ma certo non quelle di reggere il moccolo al veltrusconismo.
siamo quindi sempre aperti alla partecipazione, a confronti, a condividere strategie di respiro, a fare qualcosa di non pretestuso, pur nel nostro piccolo.
saluti
angelo
Posta un commento